Imma Tallarico: "Vi chiedo di non fare collette e di non strumentalizzare"

CESANO MADERNO - La donna apparsa in tivù lunedì sera per denunciare la situazione di difficoltà sua e del marito malato di Sla, invita a non raccogliere fondi. E punta il dito contro lo Stato che ha tagliato i fondi ai Comuni che, al contrario, fanno tutto ciò che è nelle loro possibilità.

"Vi ringrazio di cuore per il vostro aiuto morale in questa pagina, per me è tanto, vi chiedo di non effettuare collette nei nostri confronti, non voglio che la malattia di mio marito sia uno strumento di colore politico". Parole cortesi e di dignità quelle scritte nel gruppo Facebook "Sei di Cesano Maderno se..." da Imma Tallarico. E' la moglie del signor Laganà, la donna apparsa lunedì sera nel programma "Quinta colonna" delle reti Mediaset per denunciare la situazione di disagio che è costretta ad affrontare, oltre a dover fare i conti con la Sla che ha colpito il suo consorte.

La donna, nel post, pubblicato nel pomeriggio di ieri, spiega qual è la sua perplessità: "Mi sembra che il problema di mio marito sia usato più per trovare responsabilità al cospetto della risoluzione delle problematiche urgenti a cui siamo oggetto".

E difende l'operato del Comune di Cesano Maderno: "I Servizi sociali del Comune, l'Asl di Desio, il Comune di Cesano Maderno non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla sottoscritta e nell loro possibilità ci hanno sempre aiutato".

La sua delusione, invece, è nei confronti di Governo e parlamentari: "Chi ha fatto queste leggi infami non sono di certo i Comuni, bensì il Governo centrale e cioè da Roma. Poi danno i fondi ai Comuni che sono pochi rispetto a quello che davvero c'è bisogno. Nella mia famiglia per poter far fronte a tutto non bastano né la pensione di mio marito, né il fondo per badante (che deve essere una persona addestrata a salvare la vita se necessario). Altrimenti non mi sarei esposta così. Per quattro anni ho curato mio marito da sola senza l'aiuto di nessuno. Il badante l'ho dovuto prendere per forza dopo la tracheotomia e perché ormai 24 ore su 24 non ce la potevo più fare. Il mio grido più forte è contro lo Stato che non dà i fondi necessari. Sembra quasi che per lo Stato i malati che non producono più reddito possono anche morire, tanto non servono più".