Rapina simulata in una gioielleria all'ingrosso di Firenze: 12 anni di carcere per un cesanese

CESANO MADERNO - L'1 dicembre, insieme ad altri complici, aveva simulato una rapina a un grossista di gioielli di Firenza, così come concordato con l'amministratore delegato della società. Ieri il Tribunale di Firenze ha condannato il cesanese a 12 anni di carcere. Altri 8 anni e 4 mesi per un sevesino.

Nel 2009, per aiutare l'amministratore delegato di una società che tratta gioielli all'ingrosso, aveva simulato una rapina a Firenze vicino al Ponte Vecchio: R.C. di 56 anni, residente a Cesano Maderno, è stato condannato ieri dal Tribunale di Firenze a 12 anni. Altri 8 anni e 4 mesi, invece per il complice A.L.M. di 60 anni residente a Seveso.

L'episodio era accaduto l'1 dicembre 2009 nella sede della Gold Alley, azienda che gestisce gioielli all'ingrosso. All'improvviso aveva fatto irruzione una banda armata simulando una rapina: se n'erano andati via con un bottino di gioielli per un valore di 2 milioni di euro. L'intento, secondo l'accusa, era quello di rivenderli al mercato nero e di incassare anche l'equivalente dalla compagnia assicurativa. Un espediente che avrebbe permesso di fronteggiare il momento di difficoltà dell'azienda.

Le indagini avevano permesso nel 2011 di arrestare sei persone: quattro finite in carcere, due ai domiciliari. Dei sei imputati, due avevano poi scelto la via del patteggiamento: tra questi anche l'imprenditore pisano che aveva aiutato l'amministratore delegato a ingaggiare rapinatori esperti.

Ieri il Tribunale di Firenze ha condannato i quattro rimanenti: D.C., 48 anni, amministratore delegato e il cesanese R.C. a 12 anni, mentre il bulgaro U.D.K. di 50 anni residente a Fiesole e il sevesino A.L.M. di 60 anni una condanna inferiore, ovvero 8 anni e 4 mesi.

Il Tribunale, inoltre, ha stabilito che l'impiegata dell'azienda, sequestrata nel corso del finto assalto alla gioielleria, ha diritto a un risarcimento di 30 mila euro.