Attende i Carabinieri in poltrona con la pistola in mano: arrestato e condannato

GIUSSANO - Dopo aver litigato con la moglie, averla colpita con uno sberlone e minacciata con un coltello, un polacco si è accomodato in poltrona per attendere i Carabinieri con la pistola in mano rivolta verso la porta di casa. E' stato però disarmato, arrestato e condannato dal giudice

"Chiami i Carabinieri? Li aspetterò con la pistola". Ha risposto così un polacco di 56 anni, residente a Giussano, alla figlia che stava portando via la mamma dall'appartamento dopo che questa era stata colpita dal consorte con uno schiaffone e minacciata con un coltello. E' stato di parola: via le due donne, si è accomodato in poltrona con la pistola in mano puntata verso la porta per accogliere i militari. Sono comunque riusciti a disarmarlo e ad arrestarlo.

Sono stati davvero momenti di tensione quelli vissuti nell'abitazione di via Elli verso l'ora di cena di lunedì. L'uomo, di fatto separato in casa, ha litigato con la moglie per futili motivi. Le ha rifilato uno sberlone in testa e l'ha minacciata. 

La figlia trentenne, non riuscendo a placare il papà, ha preso la decisione più saggia: portare via la mamma prima che la situazione potesse degenerare. Avvertendo il genitore che non l'avrebbe passata liscia con l'arrivo delle forze dell'ordine.

Lui ha risposto in modo sprezzante, annunciando di avere la pistola. Particolare che lei ha evidenziato ai militari, quando ha telefonato al 112, pur spiegando che in realtà lei in casa un'arma non l'aveva mai vista.

I Carabinieri della stazione di Giussano, mentre chiamavano rinforzi, si son precipitati sul posto. E, aprendo la porta, hanno trovato il polacco con la pistola puntata verso di loro. In tutto e per tutto, da quella distanza, era esattamente la stessa pistola di ordinanza in uso ai Carabinieri. Solo quando lo hanno disarmato si sono accorti che non era una Beretta, bensì una Bruni 92, ovvero una scacciacani priva di tappo rosso con 13 colpi a salva in canna.

L'uomo è stato arrestato per minaccia a pubblico ufficiale. Processato per direttissima nella mattinata di martedì, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. 

Indagini ancora in corso, tuttavia, per approfondire la questione delle liti in famiglia ed eventuali maltrattamenti

G.Gal.


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