Lentate: 100 firme contro i rincari della mensa scolastica
Questa volta la mensa dei ragazzi è troppo salata. E, proprio per questo, anche indigesta. Nessun cuoco distratto, per carità: qui ad andare di traverso è il conto finale. E le famiglie, un po' preoccupate e un po' indispettite, non hanno esitato a raccogliere le firme per manifestare il loro disappunto. Ieri la dirigente dell'istituto comprensivo "Enrico Toti", i rappresentanti del Consiglio di istituto e l'assessore all'Istruzione
Carmen Salvioni si sono infatti ritrovati ...

Questa volta la mensa dei ragazzi è troppo salata. E, proprio per questo, anche indigesta. Nessun cuoco distratto, per carità: qui ad andare di traverso è il conto finale. E le famiglie, un po' preoccupate e un po' indispettite, non hanno esitato a raccogliere le firme per manifestare il loro disappunto. Ieri la dirigente dell'istituto comprensivo "Enrico Toti", i rappresentanti del Consiglio di istituto e l'assessore all'Istruzione
Carmen Salvioni si sono infatti ritrovati sul tavolo 100 firme a corredo di una lettera, tanto educata e cordiale, quanto ferma nelle richieste e sincera nella protesta. Oggetto della questione il costo aggiuntivo per l'assistenza alla mensa, deliberato dal Consiglio di istituto per il prossimo anno scolastico relativamente ai plessi di Camnago, Birago e Copreno. Scelta motivata con la formulazione del nuovo modulo su 30 ore settimanali (dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 15) e con l'introduzione del personale esterno garantito da una cooperativa per assistere gli alunni durante i pasti. La novità non è stata ben accolta dai numerosi firmatari: perché comporta un aggravio di costi sul servizio mensa che, di questi tempi, vista la persistente crisi economica, tutti avrebbero preferito evitare. In modo particolare chi ha più di un figlio in età scolare. Nella lettera si fa presente che la mensa, alle 12, diventa quasi obbligatoria anche per chi svolge un lavoro part-time perché prima di quell'ora non riesce ad uscire dal posto di lavoro. Si sottolinea anche la funzione "sociale" o di aggregazione che la mensa svolge per tutti gli alunni. Infine si chiede di rivedere tale scelta, per quanto riguarda le maggiori spese a carico delle famiglie: un contributo del Comune o, almeno, l'introduzione di volontari in mensa potrebbero risolvere il problema.
Carmen Salvioni si sono infatti ritrovati sul tavolo 100 firme a corredo di una lettera, tanto educata e cordiale, quanto ferma nelle richieste e sincera nella protesta. Oggetto della questione il costo aggiuntivo per l'assistenza alla mensa, deliberato dal Consiglio di istituto per il prossimo anno scolastico relativamente ai plessi di Camnago, Birago e Copreno. Scelta motivata con la formulazione del nuovo modulo su 30 ore settimanali (dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 15) e con l'introduzione del personale esterno garantito da una cooperativa per assistere gli alunni durante i pasti. La novità non è stata ben accolta dai numerosi firmatari: perché comporta un aggravio di costi sul servizio mensa che, di questi tempi, vista la persistente crisi economica, tutti avrebbero preferito evitare. In modo particolare chi ha più di un figlio in età scolare. Nella lettera si fa presente che la mensa, alle 12, diventa quasi obbligatoria anche per chi svolge un lavoro part-time perché prima di quell'ora non riesce ad uscire dal posto di lavoro. Si sottolinea anche la funzione "sociale" o di aggregazione che la mensa svolge per tutti gli alunni. Infine si chiede di rivedere tale scelta, per quanto riguarda le maggiori spese a carico delle famiglie: un contributo del Comune o, almeno, l'introduzione di volontari in mensa potrebbero risolvere il problema.