Limbiate, l'Anpi insorge: "No alla manifestazione di Forza Nuova in città"

La manifestazione finora è stata soltanto annunciata, ma scoppia la polemica: la sezione locale dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) chiede a gran voce di fermare l'arrivo dei militanti di Forza Nuova in città previsto questa domenica 18 gennaio. Gli stessi responsabili dell'Anpi, definendo i militati e i simpatizzanti di Forza Nuova con il termine di 'neofascisti', spiegano il perché della loro contrarietà con una lettera che hanno inviato alla redazione dei giornali. E che...

La manifestazione finora è stata soltanto annunciata, ma scoppia la polemica: la sezione locale dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) chiede a gran voce di fermare l'arrivo dei militanti di Forza Nuova in città previsto questa domenica 18 gennaio. Gli stessi responsabili dell'Anpi, definendo i militati e i simpatizzanti di Forza Nuova con il termine di 'neofascisti', spiegano il perché della loro contrarietà con una lettera che hanno inviato alla redazione dei giornali. E che, com'è nostro costume, pubblichiamo nella sua integrità.




Limbiate democratica ripudia il fascismo. Il 18 gennaio i neofascisti di Forza nuova vorrebbero tenere una loro manifestazione in città. Chiediamo all'amministrazione comunale che si dia concretezza alla mozione antifascista approvata l'aprile scorso. Chiediamo al Prefetto e al Questore che, in base alla Legge Scelba e a quella Mancino, venga impedito lo svolgersi di propaganda razzista e xenofoba.

Chiediamo a tutte le Istituzioni democratiche che venga fatta rispettare la XII disposizione finale della Costituzione

italiana. Invitiamo tutti i partiti, le associazioni, i sindacati ad un presidio di vigilanza democratica e antifascista. La XII disposizione finale della Costituzione della Repubblica Italiana è una norma della Repubblica Italiana vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Partito Nazionale Fascista. La legge 20 giugno 1952 n. 645 (cosiddetta legge Scelba) in materia di apologia del fascismo, sanziona chiunque faccia propaganda per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, e chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.

La legge 25 giugno 1993, n. 205 è una norma della Repubblica Italiana che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan

legati all'ideologia nazifascista, e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La legge punisce anche l'utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici.

Emanata con il decreto legge 26 aprile 1993 n. 122 - convertito con modificazioni in legge 25 giugno 1993, n. 205 - è nota come legge Mancino, dal nome dell'allora Ministro dell'Interno che ne fu proponente. Essa è oggi il principale strumento legislativo che l'ordinamento italiano offre per la repressione dei crimini d'odio.