Blitz della Polizia locale: sequestrata officina abusiva, sanzioni per 22 mila euro

LIMBIATE - La Polizia locale, dopo qualche appostamento, nei giorni scorsi ha compiuto il blitz in un'autofficina abusiva in via Brunelleschi, sprovvista di documentazione amministrativa e di autorizzazioni. E' stata posta sotto sequestro. Il titolare, un albanese di 21 anni, è stato denunciato e sanzionato per 22 mila euro. Sanzioni anche per gli automobilisti che hanno portato lì la loro vettura per la riparazione

Un'officina abusiva a posta sotto sequestro e tuttora oggetto di ulteriori indagini e sanzioni per 22 mila euro a carico di un albanese di 21 anni che, a tutti gli effetti, risultava il titolare dell'attività. E' l'esito del blitz compiuto dagli agenti della Polizia locale di Limbiate nei giorni scorsi nell'autorimessa di via Brunelleschi.

Un'attività di cui non si aveva alcuna traccia e che, come ha rivelato il blitz, era svolta in in totale assenza di documentazione amministrativa e di autorizzazioni.

Gli agenti, prima di entrare per le verifiche, in diverse occasioni hanno fatto alcuni appostamenti riscontrando un elevato giro di affari, con il sospetto che dell'officina si siano serviti anche clienti insospettabili. Ma, soprattutto, visto il numero delle auto, la deduzione era che non potesse essere di recente apertura: si pensa che l'attività sia in funzione dal almeno sei mesi.

Nel momento in cui è scattato il controllo gli agenti hanno accertato la presenza del "titolare" e di un "dipendente" alle prese con la riparazione di un autocarro, tre automobili e due moto. L'albanese, che si è qualificato come responsabile dell'officina, non è stato in grado di esibire alcun titolo abilitante (iscrizione all'Albo delle imprese e dichiarazione di inizio attività) e ha ammesso di non essere in regola.

A tutti gli effetti appariva come una vera e propria officina meccanica dotata di tutte le attrezzature (presente l'impianto elettrico, mentre non si è riscontrata la presenza di punti di prelievo di acqua e pozzetti a pavimento per la raccolta delle acque di scarico). La conformazione del locale, inoltre, malgrado l'assenza dell'insegna, lo rendeva un'attività produttiva a tutti gli effetti al punto da poter trarre in inganno i potenziali clienti.

Alla fine dei controlli l'albanese è stato denunciato per violazione del Codice ambientale: ovvero per aver gestito illecitamente rifiuti pericolosi. Sono stati infatti trovati circa 30 pneumatici, 70 litri di olio esausto, cumulo di parti di motore smontate e altri rifiuti ferrosi derivanti dallo smontaggio e riparazione degli automezzi. Sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per 22 mila euro per mancanza di registro di carico e scarico rifiuti e omessa iscrizione al Consorzio nazionale gestione oli minerali usati.

Responsabilità sono emerse anche in materia di sicurezza sul lavoro avendo appurato la mancanza del documento di valutazione rischi e non essendo stato nominato un responsabile della sicurezza. L'officina, posta sotto sequestro, è oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi per verificare il collegamento con altre attività della zona o eventuali legami con soggetti dediti ad attività criminose.

Sanzioni da 86 euro sono state elevate anche nei confronti dei proprietari dei veicoli lasciati in riparazione. Nei loro confronti, infatti, è stata applicata una legge speciale che punisce quanti affidano il proprio mezzo in riparazione a imprese non iscritte nell'apposito registro.

Il proprietario del locale adibito a officina, un uomo residente in città che l'ha concesso in comodato all'albanese, ha negato di essere al corrente delle attività effettuate all'interno.