Brianza SiCura: arriva da Lissone il nuovo simbolo contro le mafie

LISSONE - Arriva dall'Istituto di istruzione superiore "G. Meroni" l'idea vincente per il logo di Brianza SiCura, il coordinamento intercomunale fondato un anno fa per un impegno nel contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso. A realizzarlo è Giulia Paleari, studentessa al terzo anno dell'indirizzo Tecnico Grafico e Comunicazione

E' Giulia Paleari, studentessa al terzo anno dell'indirizzo Tecnico Grafico e Comunicazione dell'Istituto di istruzione superiore "G. Meroni" di Lissone, ad aver "firmato" il marchio prescelto per Brianza SiCura.  

La geografia della Brianza composta da tanti piccoli scudi: tanti quanti sono i 55 Comuni della Provincia - anzi, anche qualcuno in più. E' il nuovo logo di Brianza SiCura, il coordinamento intercomunale fondato un anno fa per un impegno nel contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso e al fenomeno della corruzione e per una permanente diffusione della cultura della legalità. 

Il logo è stato presentato giovedì sera nella sede istituzionale della Provincia di Monza e Brianza, alla presenza del vicepresidente Roberto Invernizzi,  ed è il vincitore di un concorso di idee e design bandito dal gruppo promotore di Brianza SiCura, al quale hanno partecipato una trentina di giovani creativi provenienti soprattutto dalle scuole brianzole di design. 

Il logo rappresenta la mappa della Brianza come un insieme di scudi - simbolo di protezione e insieme degli stemmi dei Comuni aderenti - di colore verde (la tinta provinciale, regionale, ma anche quella della speranza) ed è stato prescelto per la pulizia grafica e per il messaggio positivo che veicola. Tuttavia la giuria, composta da Valerio D'Ippolito (referente per Monza e Brianza di "Libera"), Martina Mazzeo dell'associazione "Stampo Antimafioso", Roberto Bugeia esperto di grafica, Valentina Valentini, Marco Cappelletti e Giorgio Garafoalo per "Brianza SiCura", ha deciso di attribuire due menzioni di merito anche ai lavori di Martina Corradini ed Elisabetta Pavese, anch'esse studentesse dell'Istituto lissonese.

Ai vincitori, rappresentati dal preside Carmelo Catalano, sono stati consegnati come premi simbolici alcuni libri di cultura antimafia e un cesto di prodotti agricoli provenienti dai campi confiscati alle cosche. La serata si è conclusa con un intervento di David Gentili, referente per la Lombardia dell'associazione "Avviso Pubblico".