Busnelli: "Il centro commerciale soluzione né ottimale né urgente per lo sviluppo di Meda"

MEDA - Vede qualche elemento di positività nell'intera operazione, ma trova ancora più criticità: Vermondo Busnelli, capogruppo della lista civica "Meda per Tutti" è contro la scelta di realizzare un centro commerciale nell'area ex Medaspan. Ci spiega il perché.

"Temo che, invece di essere una porta di entrata per la nostra città, possa trasformarsi in una porta girevole: si entra e si esce a causa della viabilità caotica e della mancanza di un centro urbano attraente che valorizzi il patrimonio monumentale storico e culturale in progressivo abbandono". Sono le considerazioni di Vermondo Busnelli, capogruppo della lista civica "Meda per Tutti", riguardo all'insediamento di un centro commerciale nell'area ex Medaspan.

Una questione che sta animando la vita cittadina a vari livelli: politico, commerciale (con i vari negozianti che temono per il futuro della loro attività), urbanistico visto che l'impatto, in ogni caso, non sarà di certo limitato.

Busnelli, valutando in termini positivi la riqualificazione di un'area dismessa e la generazione di oneri di urbanizzazione tutt'altro che trascurabili, ha deciso di votare contro la proposta. E ha inviato un comunicato per spiegare per punti le sue ragioni:


1) Meda è, storicamente ed economicamente, una città manifatturiera. Ha lunga tradizione artigianale e una leadership conquistata nel settore del design e dell’arredamento, grazie ad artigiani, imprenditori e professionisti noti nel mondo per i loro prodotti e servizi nella filiera del mobile. Su questo pilastro occorre consolidare e costruire per la crescita e lo sviluppo della comunità e del territorio. Peraltro, Meda è circondata da centri commerciali raggiungibili in pochi minuti. Quindi, trasformare completamente l’area AT1 da industriale, com’era, a commerciale anche per l’ultima parte rientrante nella riperimetrazione (5.000 mq), è un passo che può pregiudicare e accelerare un pericoloso percorso di contrazione e progressivo abbandono del settore del design, produzione e commercializzazione dei prodotti di arredo. Quest’area darebbe maggiore valore aggiunto alla città se mantenuta nell’ambito della valorizzazione della filiera del legno, con siti produttivi, commerciali, formativi e attività di servizio ricercando con attenzione gli investitori interessati e i possibili fondi europei, statali o regionali, come è avvenuto per esempio recentemente a Lentate per il polo formativo promosso da FederlegnoArredo.

2) 
I centri commerciali sono solitamente e concettualmente situati ai margini delle città, dove le disponibilità di spazi e superficie assicurino la gestione della viabilità addizionale generata. L’area AT1 è in zona centrale, a poca distanza dalla chiesa, dal municipio e dal centro storico. Tutti sappiamo che la viabilità urbana a Meda è caotica per l’alto livello di edificazione del territorio senza le necessarie infrastrutture, prime fra tutte quelli di superamento della frattura ferroviaria. Aggiungere un sicuro aumento di traffico alla già fragile situazione attuale è improponibile. Il progetto dovrebbe da subito contenere una soluzione di superamento della ferrovia o essere rinviato a realizzazione effettuata del promesso sottopasso lungo via Seveso- via Cadorna, come opera connessa di Pedemontana.

3) 
Non è condivisibile né utile per la città, discutere e approvare un progetto di un’area importante senza ancora conoscere la variante del PGT che dovrebbe dare un’indicazione generale della visione strategica del territorio. Approvare le singole aree o i singoli piani non aiuta a valutare la visione d’insieme con le sinergie, le opportunità e le criticità. Non ha senso approvare il piano attuativo di un’area strategica, di grande rilevanza per la città, senza conoscere il quadro d’insieme e gli obiettivi di breve, medio e lungo termine di valorizzazione del territorio a beneficio della comunità. L’approccio per singoli pezzi del mosaico senza la visione completa è pericoloso. Peraltro non sono neppure note le intenzioni di questa amministrazione sugli impegni per l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione che entreranno nelle casse del Comune.
 
Meda non ha un centro urbano di riferimento. Quello storico – dove c’è il patrimonio monumentale e culturale della città – è abbandonato a se stesso da decenni ed è in avanzato stato di degrado. Non esiste un altro centro che abbia le caratteristiche di bellezza, di unicità  e di identità storica e sociale. Meda non può ripartire senza una chiara e urgente politica d’intervento per riqualificare il centro, portando servizi e attraendo investimenti anche privati. Questo centro commerciale polifunzionale proposto potrebbe avere un senso se Meda avesse un centro urbano solido e vivo, che vivesse di vita propria per l’attrattività delle sue bellezze, dei servizi, delle proposte culturali e commerciali. Nella situazione attuale, potrei essere facile profeta nel prevedere uno schiacciamento totale dell’imponenza del centro commerciale polifunzionale sul quasi inesistente e debole tessuto urbano e del centro, in particolare.

Per queste ragioni, oggi un centro commerciale nell’area ex-Medaspan non è la soluzione ottimale né la più urgente per lo sviluppo della città. Altre soluzioni potrebbero dare un maggiore valore aggiunto, in collaborazione con privati e con le istituzioni pubbliche per valorizzare al meglio il patrimonio specifico e identificativo della città di Meda in una prospettiva di crescita e sviluppo della comunità.