Sinistra e Ambiente perplessa: "Il sindaco dice che all'ex Medaspan non c'è diossina, ma agli atti non ci sono documenti"

MEDA - La vicenda della riqualificazione della ex Medaspan continua a riservare sorprese. A rivelarlo è il gruppo di Sinistra e Ambiente che, dopo avere appreso in Consiglio comunale come le indagini eseguite abbiano rivelato che non c'è diossina nell'area, si sono sentiti dire dagli uffici comunali che non c'è alcuna documentazione agli atti.

Una nuova puntata nella disputa tra il gruppo di Sinistra e Ambiente e l'amministrazione comunale per quanto riguarda le analisi del sottosuolo nell'area ex Medaspan: gli ambientalisti rivelano di aver ricevuto una comunicazione dagli uffici municipali in cui si afferma che agli atti non vi è ancora alcuna documentazione riguardo alla presenza di diossina.

Il gruppo di Sinistra e Ambiente, che il 17 dicembre in Consiglio comunale si era sentito dire dal sindaco che le indagini avevano dato esito negativo, promette battaglia e, nel frattempo, ha diffuso il seguente comunicato stampa:


Appare sempre più confusa e "stupefacente" la vicenda delle analisi ambientali collegate al Piano Attuativo dell'ambito di trasformazione AT1 ex Medaspan, oggetto di Variante parziale al Pgt, dove l'amministrazione intende dare il via libera all'insediamento di una "grande superficie di vendita", un albergo e servizi connessi.

Come ricorderete, Sinistra e Ambiente aveva chiesto a mezzo mozione, l'implementazione di analisi chimiche aggiuntive (certificate da Arpa) per la ricerca di TCDD, solventi e formaldeide. Mozione respinta nel Consiglio comunale del 29 ottobre 2015 dal Pd e dal sindaco Caimi.

Sinistra e Ambiente decideva allora di interpellare Arpa, ottenendo una risposta che evidenziava sia la necessità di approfondimenti analitici sia l'esistenza di una comunicazione di Arpa non richiamata negli atti di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Poi nel Consiglio comunale del 17 dicembre 2015, il sindaco Caimi annunciava che comunque delle analisi chimiche per la TCDD erano state effettuate dalla proprietà (e non da Arpa, ndr) e che le stesse avevano dato esito negativo.

Il giorno seguente, il Consigliere di Sinistra e Ambiente inoltrava richiesta di delucidazioni e di accesso agli atti per comprendere in quale procedimento rientrassero tali analisi  e per ottenere i report delle analisi stesse. La risposta arrivata dal  responsabile dell'Area Infrastrutture e Territorio complica ancora di più la comprensione dello stato di fatto perché apprendiamo che: '"e analisi di cui alla comunicazione resa dal Sindaco nella seduta di Consiglio comunale del 17-12-015, sono state eseguite dall'operatore nel quadro dell'attivazione del prossimo procedimento di Via (Valutazione Impatto Ambientale ndr), di cui lo stesso (l'operatore privato, ndr) sta approntando la documentazione che dovrebbe essere consegnata a breve".

Apprendiamo inoltre che le analisi non sono state richieste da Arpa (e non essendo state effettuate in contraddittorio con l’Agenzia per la Protezione dell'Ambiente, non potranno essere certificate dalla stesso Ente) e che la documentazione richiesta (e le analisi ndr) non è ancora "acquisita agli atti d'ufficio".

Dunque, il Sindaco di che parlava nel Consiglio comunale del 17 dicembre 2015? Di documentazione ancora ufficialmente inesistente perché non agli atti. Come poteva allora affermare che l'esito delle analisi per la ricerca di "diossina" avevano dato "esito negativo" ?

Oltretutto anche della procedura di Valutazione d'impatto Ambientale (VIA) non v'è alcuna evidenza pubblica dell'avvio del procedimento. Sinistra e Ambiente ha immediatamente chiesto nuove e ufficiali chiarimenti sull'argomento il cui iter risulta sempre più confuso.

Sinistra e Ambiente

1 commenti

gianni.delpero :
Ma si scopre che le analisi effettuate "in recupero", dopo le pressioni di Sinistra e Ambiente e le osservazioni del WWF alla VAS (anche se in numero esiguo e non rappresentative del sito e, inoltre, non validate da ARPA), dicono che la Diossina TCDD (marchio di fabbrica dell'accidente ICMESA 1976) è presente nel sottosuolo dell'AT1. In quantità esigua, tale da non richiedere l'attivazione delle procedure di bonifica dei terreni ma abbastanza per dovere adottare particolari misure di sicurezza, in fase di scavo, per prevenire l'aerodispersione della diossina. | lunedì 18 gennaio 2016 12:00 Rispondi