Arriva l’Armata Rossa, la sinistra si spacca: Quitadamo candidato sindaco dei compagni di “Sinistra Alternativa”

MONZA - Rifondazione comunista, Sinistra anticapitalista e il Partito comunista italiano: la somma dà "Sinistra Alternativa Monza", gruppo che alle elezioni dell'11 giugno preferisce non dare il supporto a Roberto Scanagatti. E che ha trovato in Michele Quitadamo il suo candidato ideale

La sinistra integralista dice no allo Scanagatti bis, candidando per le amministrative dell’11 giugno Michele Quitadamo segretario del Partito di Rifondazione comunista di Monza e Brianza. Una coalizione molto rossa quella che sostiene Quitadamo riunita nella “Sinistra Alternativa Monza” alla quale convergono Rifondazione comunista, Sinistra anticapitalista e il Partito comunista italiano.

Quattro i cavalli di battaglia dell’armata rossa monzese: casa, trasporto pubblico, mobilità ciclopedonale e zero consumo del suolo.

Quitadamo e compagni stanno definendo i dettagli della lista e del programma che a breve verrà presentato, ma la città che vogliono è ben chiara: meno inquinata, più vivibile, con meno auto e con più trasporti pubblici e piste ciclabili.

Scanagatti perde quindi la sua sinistra più estrema ed integralista contro la quale, durante questo mandato,  si è più volte trovato su posizioni diverse. Quitadamo non scende a compromessi e non si riconosce nella coalizione che sostiene il sindaco del Pd.

“La nostra è, come dice il nome stesso, una sinistra alternativa – commenta – Con una visione diversa del fare politica e del progettare il futuro della città”.

In primis il problema dell’emergenza abitativa.
“Dire che questa Giunta si sia impegnata sul versante casa è ironico – spiega – Non è che non hanno fatto, ma una Giunta di centro sinistra avrebbe potuto fare di più.  Avrebbe potuto ristrutturare e assegnare più alloggi comunali sfitti, dare incentivi per gli affitti privati piuttosto che spendere in progetti quali MonzAbitando e CittAbitando che non sono stati recepiti. Inoltre l’Unione inquilini aveva comunicato all’assessore alla partita la possibilità di attingere ai finanziamenti messi a disposizione della Legge Mille Proroghe che prevedeva il finanziamento di progetti di riqualificazione delle periferie e degli alloggi comunali. Un milione e 205 mila euro: sono stati presentati progetti adeguati per una città come Monza oppure no?”.

In questi cinque anni lei è più volte salito sulle barricate per chiedere interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi comunali e di intervento di riqualificazione sociale per non trasformare le periferie in ghetti.
“Abbiamo presentato la proposta di auto recupero degli alloggi comunali promossa a suo tempo dal Foa Boccaccio e portata poi avanti dall’Unione inquilini – continua – Non abbiamo ricevuto nessuna risposta, in questo modo si sarebbe potuto garantire una casa a tanti cittadini”.

Ad ogni sfratto lei era presente per sostenere gli inquilini e cercare di trovare un accordo e una soluzione sia con il proprietario sia con il privato sia con il Comune.
“Una città come Monza deve avere almeno 5 alloggi d’emergenza – aggiunge – Visto che ce ne sono 150 sfitti. Sarebbe una buona soluzione evitando così esosi esborsi economici e dirottando le famiglie nei residence. Perché spendere tanti soldi, mandando le persone in albergo e smembrando le famiglie invece di spalmare il denaro in contributi da destinare alle famiglie in difficoltà? Abbiamo rivolto questa domanda all’assessore alla partita senza però ricevere risposta”.

Altro tema caldo i trasporti e in particolare la metropolitana che, come più volte ribadito da Roberto Scanagatti, arriverà presto in città.
"Il primo aprile ormai è passato  - incalza Quitadamo – Bisogna investire sul trasporto pubblico e sulle piste ciclabili. È da cinque anni che aspettiamo il bicicplan, ma non si è mossa una foglia. Non bastano quattro biciclette a pagamento in città per formare la concezione culturale della mobilità ciclopedonale. Sul trasporto pubblico i monzesi hanno notato il disinteresse sia del Comune sia della Provincia con tagli delle corse e riduzione delle linee”.

E il divario tra sinistra e sinistra alternativa si fa sempre più profondo. Una grande famiglia divisa da idee e visione diversa della città. Perché non correre per la stessa squadra?
“Anche nella stessa famiglia non si frequentano le stesse compagnie: c’è chi frequenta le compagnie buone e chi frequenta le compagnie cattive. Durante questo mandato abbiamo fatto scelte diverse”.

E in caso di ballottaggio la famiglia si riunirà?
“Valuteremo tutti insieme. In modo sereno e democratico sulla eventuale decisione da prendere”.  

Barbara Apicella


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