Gli imprenditori cedono alla malavita organizzata per non chiudere l’azienda

MONZA - Un imprenditore su tre è convinto che si arrivi a patti con la criminalità organizzata per disperazione. Uno su due crede che la presenza delle organizzazioni criminali di stampo mafioso in Lombardia sia favorita dalle infiltrazioni della malavita nella Pubblica Amministrazione per ottenere appalti. Lo rivela un'indagine condotta dalla Camera di Commercio di Monza.

Un imprenditore lombardo su tre ritiene che i colleghi che cedono alla criminalità organizzata lo facciano per disperazione, per non dover chiudere l’attività lasciando sul lastrico i propri dipendenti. Questo quanto emerge dall’indagine “Imprese e illegalità” condotta dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza nel 2015 coinvolgendo oltre 400 imprenditori lombardi. 

I dati, presentati nei giorni scorsi in occaione dell’incontro “Legalità e lotta alle mafie: la rete degli sportelli Riemergo e il Servizio Sos giustizia” fanno riflettere. La maggioranza degli imprenditori lombardi crede che la presenza delle organizzazioni criminali di stampo mafioso in Lombardia sia un fenomeno favorito dalle infiltrazioni della malavita nella Pubblica Amministrazione per ottenere appalti (53,3 per cento).

Per circa un imprenditore lombardo su quattro (19,9 per cento ) si tratta di un fenomeno naturale, legato alla ricchezza economica della Regione. Il 14,9 per cento, infine, ritiene che mafia e ‘ndrangheta nel Nord del Paese siano derivate dalla presenza di detenuti al confino nel passato. 

“La competitività delle imprese si può fondare solo sulla piena condivisione delle legalità, che tuteli la trasparenza, la sicurezza dei prodotti, il rispetto della dignità del lavoro – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli Presidente presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – Per questo come Camera di commercio, insieme alle istituzioni, ci siamo impegnati nel garantire le imprese che lavorano bene, attraverso gli Sportelli legalità per contrastare i fenomeni di criminalità e i comportamenti sleali che la crisi può innescare e acuire”. 

Per accedere allo Sportello legalità le  persone e gli imprenditori vittime di usura, racket, corruzione e contraffazione si può telefonare al numero 039/280. 7410 - 7504 o inviare un’email a legalita@mb.camcom.it 

Per gli approfondimenti verranno coinvolti gli operatori di Libera (per contrasto a usura, racket, estorsione) e di Transparency International Italia (per corruzione, concussione e peculato) che incontreranno gli imprenditori presso la Camera di commercio in sedi riservate. Il progetto Riemergo prevede l’analisi dei fenomeni di illegalità che coinvolgono le imprese del territorio attraverso la mappatura dei protocolli delle Camere di commercio con le istituzioni locali su criminalità economica (usura, beni confiscati, infiltrazioni mafiose), corruzione, e contraffazione.