Il maresciallo Galbiati ricorda quella giornata brianzola al fianco di Papa Giovanni Paolo II

MONZA - Ha scortato un Papa, ha scortato un santo. Il maresciallo Gaetano Galbiati, in servizio al Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Monza, il 21 maggio 1983 ha accompagnato Giovanni Paolo II durante tutta la sua giornata brianzola. Un'emozione che non dimenticherà mai

Ci sono momenti della vita che non si possono dimenticare. Incontri, anche se solo di poche ore, che rimangono per sempre scolpiti nel cuore. Non è da tutti aver avuto l’onore e il privilegio di “scortare” un santo. E oggi, a pochi giorni dall’arrivo di Papa Francesco che sabato celebrerà la Messa al Parco, incontriamo il maresciallo in riserva Gaetano Galbiati che il 21 maggio 1983 accompagnò per tutta la giornata Giovanni Paolo II durante la sua visita a Monza.

Un ricordo indelebile e che ancora oggi scalda il cuore quello che ci concede Galbiati, oggi direttore generale della Fiamma Monza calcio femminile, e per 38 anni in servizio al Nucleo operativo radiomobile di Monza che, quel giorno, insieme a circa una ventina di colleghi tra carabinieri e poliziotti fece da scorta e da staffetta al Papa in visita in Brianza.

“Ricordo ogni istante come fosse successo ieri – racconta – La mattina andammo a prenderlo a Milano. Era insieme al cardinale Martini lo scortammo fino in piazza Duomo a Monza dove era stato allestito il palco, per poi proseguire verso l’autodromo. C’era una marea di gente, tantissimi giovani che lo acclamavano”.

Un incontro che ancora oggi fa venire i brividi. “Non ho parole per descrivere la sensazione che provai quel giorno – prosegue – Quando lo andammo a prendere a Milano lo salutammo con il saluto militare e lui si fermò e sorridendo strinse la mano a ciascuno di noi. Si sentiva fin da subito che era una persona speciale, un uomo che certamente avrebbe cambiato il mondo, un Papa diverso dagli altri”.

Per Galbiati fu una giornata davvero intensa e indimenticabile. “Il nostro compito era quello di aprire le strada – prosegue – di garantirgli un passaggio in sicurezza. Poi a proteggerlo c’erano le sue guardie. Ma la sensazione provata quel giorno, la gioia e l’orgoglio di poter accompagnare anche se a distanza di pochi metri  un uomo già in odore di santità non l’ho mai più vissuta”.

Emozioni indescrivibili, tra stuoli di fedeli che lo acclamavano e quel Papa polacco che dispensava a tutti saluti e sorrisi.

Poi la sera il ritorno a Milano e quel punto un momento intimo e di grande commozione. “Quando lo abbiamo riportato a Milano siamo scesi tutti dalle automobili e ci ha dato la benedizione apostolica dicendoci di portarla anche alle nostre famiglie – aggiunge – Ci ha stretto a tutti la mano, ci ha salutato e ringraziato dicendoci che eravamo le sentinelle di Dio sulla terra, gli angeli custodi dei cittadini. Parole che non ho mai dimenticato e che mi hanno accompagnato durante gli anni. Quella sera, tornando a casa, feci subito il segno della croce sulla testa di mio figlio che era un bambino e gli dissi che quella benedizione gliela mandava il Papa”.

E oggi a distanza di oltre trent’anni un Pontefice ritorna a Monza. E anche questa volta Galbiati non vuole mancare a questo evento epocale. “Certamente non come l’altra volta – aggiunge ridendo – Ma come semplice pellegrino in mezzo agli altri fedeli”.

Un dispiegamento di forze dell’ordine e di sistemi di sicurezza certamente diversi da quelli messi in campo nel 1983. “Non dimentichiamoci però che allora il Papa era già reduce dall’attentato in piazza San Pietro per mano del cecchino turco Ali Agca – precisa – Oggi certo la situazione è molto diversa e altrettanto delicata e certamente più ingente sarà il dispiego di uomini”.

E oggi, riguardando indietro alla sua lunga carriera Galbiati  ricorda con particolare affetto quel giorno anche se di scorte importanti (e alcune pericolose) ne ha fatte diverse.

“Ai tempi delle Br per anni al fianco del dottor Antonino Cusumano all’epoca presidente della Seconda corte d’Assise di Milano – aggiunge – E poi la scorta durante le visite ufficiali in Brianza di Giovanni Agnelli, Giulio Andreotti, Gorbaciov e le uscite importanti di Silvio Berlusconi. Nel 2004 quando era in missione nei Balcani ho scortato il principe Carlo d’Inghilterra in occasione dell’inaugurazione del ponte di Mostar distrutto durate il conflitto della ex Jugoslavia. Sono ricordi importanti, sono l’eredità di 30 anni di servizio nell’Arma sempre con amore, passione, abnegazione, onestà e servizio ai cittadini”.

Barbara Apicella


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