L'Unione Artigiani: "Senza voucher 7 mila persone e 4.500 aziende in difficoltà

MONZA - L'Unione Artigiani prende posizione sulla questione dei voucher, evidenziando come la sua mancanza abbia messo in difficoltà le famiglie e le imprese, con la loro competitività. Salvo fare ricorso al lavoro nero

L'improvvida abrogazione dei voucher ha lasciato in un limbo migliaia di lavoratori e centinaia di piccole imprese artigiane, costrette loro malgrado a dover scegliere, realisticamente, il male minore: non far svolgere l'incarico, oppure ricorrere al lavoro nero.
 
In Lombardia, l'Unione Artigiani di Monza e Brianza stima che nel 2017 saranno ben 7 mila lavoratori e 4.500 aziende artigiane ?orfani? dei voucher, per circa un milione e 700 ore di lavoro in cerca di inquadramento nel solo settore dell'artigianato.
 
?La battaglia meramente ideologica costruita contro i buoni lavoro e la loro eliminazione ? commenta il segretario generale dell'Unione Artigiani di Monza e Brianza, Marco Accornero -, vedono oggi  tutta la loro criticità. I molteplici lavori sporadici ed estremamente flessibili che prima trovavano nei voucher la loro piena legittimazione, tutela e anche dignità, ora sono palesemente senza regole ragionevoli ed  applicabili. I contratti di lavoro a chiamata, con denunce all'ufficio dell'impiego, cedolini paga e adempimenti vari, sono troppo burocratici e complessi per le piccole realtà. Per non pensare al fatto che sopra i 25 anni e sotto i 55, i lavoratori chiamati devono rientrare in un elenco contemplato in un Regio Decreto del 1923. Ci sono maniscalchi e stallieri, ma per esempio non si trovano tecnici software per internet, dj, fattorini per la consegna delle pizze. L'interinale, invece, comporta costi del 25% in più rispetto ai coupon, e sono soldi che non vanno agli addetti, ma alle società di intermediazione di cui non si è mai sentito il bisogno in passato per questo genere di rapporti, caratterizzati dal contatto diretto impresa-lavoratore.?
  
A Monza e Brianza, sempre l'Unione Artigiani calcola che nell'artigianato saranno circa 150 ditte e 250 possibili impiegati, per un monte ore presumibile ammontante a 60 mila.
 
?Si tratta di un utilizzo per la gran parte richiesto dai settori dei servizi ? conclude Accornero -, che utilizzavano il 60% dei voucher, soprattutto alberghi e ristoranti (26%) e commercio (13%). Per le manifatture, l'utilizzo più diffuso nel 2016 è stato nella metalmeccanica (4%), negli alimentari (3,5%) e nell'edilizia (2,4%). Paradossalmente, l'Italia sta dibattendo da quasi un anno su un argomento del tutto marginale al complesso mondo del lavoro, trattandosi solo dello 0,3% dell'intero monte ore lavorato in Italia in un anno. Nonostante ciò, ci troviamo con dinamiche moderne ed attuali e risposte quasi ottocentesche, che ci pongono lontani dall'Europa e da riforme volte a rivitalizzare il Paese e la sua competitività?.


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