La storia di Ahmed, l'egiziano che è nato due volte

MONZA - Laureato in lingue, avviato a una carriera di docente universitario al Cairo, aveva lasciato l'Egitto per amore trasferendosi in Italia. L'unico posto trovato? Fare le pulizie. Oggi Ahmed Sayed è a capo di una delle imprese del settore più importanti della Brianza

Quando Ahmed Zayed se ne andò dall’Egitto e voltò le spalle a una carriera di docente universitario, pensava che la sua vita fosse finita. Arrivato in Italia, la sua laurea in lingue era carta straccia e l’unico lavoro che aveva trovato era quella di uomo delle pulizie: "La mia famiglia non era ricca, ma aveva speso tutti i risparmi per assicurarmi i migliori studi. Sentivo di tradire me stesso, e un po’ anche loro".

Ahmed era emigrato in Italia per amore di Barbara: una giovane italiana in vacanza a Sharm el-Sheikh. Lui faceva il traduttore e nel corso di una visita guidata sul Mar Rosso nacque l’amore. Lei non se la sentiva di vivere in Egitto e così fu lui a trapiantarsi in Italia. Ma il prezzo fu alto. "Avevo perso tutto: il mio lavoro, la mia carriera, le mie ambizioni". Solo la necessità di mantenere la famiglia gli impedì di mollare: "Avevo una moglie e Sara e Laila, le due bellissime bambine che nel frattempo erano venute al mondo".

Non poteva sapere che, proprio in quel momento, la vita gli stava sorridendo e il destino gli stava aprendo la strada verso il successo. Lo ha capito bene oggi quando, 14 anni dopo, Ahmed, 43 anni, è alla guida di una delle imprese più attive della Brianza: 25 condomini e 14 aziende in gestione, 10 dipendenti e altri 10 collaboratori (tutti italiani). E Apa Confartigianato lo ha nominato presidente del settore pulizie, con il compito di gestire 110 aziende di pulizia in Brianza. 

Ma ancora oggi, quando ripensa al momento in cui, per la prima volta, prese in mano spazzolone e strofinaccio, gli viene da piangere: "Gli Italiani sono convinti che fare le pulizie sia un’occupazione umile e tutti ti guardano dall’alto in basso. Ben presto capii che era necessario cambiare mentalità. Iniziai ad amare il mio mestiere". Ahmed scoprì che poteva avere successo nella vita, anche pulendo un pavimento. "Iniziai a sentirmi sempre più coinvolto, a trarre soddisfazione da una scala splendente e dai vetri di un ufficio luccicanti".

E un giorno, bussa alla sua porta l’occasione della sua vita: "Un mio collega era stanco – ricorda – e mi propose di gestire la sua piccola impresa". Fu così che Ahmed Zayed divenne imprenditore. "Rubai i trucchi del mestiere alle mie prime due dipendenti, Fernanda e Lorenza. Cercavo di dare il meglio e di migliorare continuamente il mio lavoro". E quando si presentò l’occasione di tornare a fare il mediatore linguistico per un’azienda di export, rifiutò. Disse di no anche al Tribunale che cercava un interprete giurato: "La tentazione di tornare al mio antico amore – le lingue – fu forte. Ma ormai mi sentivo realizzato e avevo iniziato ad apprezzare un mestiere magari duro, ma non avaro di soddisfazioni".

E’ una vita dura, quella di Ahmed: "Mi alzo alle 5 dal mattino e finisco di lavorare solo la sera alle 21. Sono il capo, ma ci tengo a continuare a fare personalmente le pulizie, insieme ai miei collaboratori. Quando il cliente vede con i suoi occhi che il principale usa l’olio di gomito, capisce che la nostra azienda ha un valore aggiunto. Il segreto del successo non è solo un pavimento pulito, ma è soprattutto comunicare al cliente la sensazione che quello che gli dai vale di più". La ricetta di Ahmed in fondo è semplice: "Per noi che – come si dice nel nostro paese – non siamo nati “col cucchiaio d’oro” l’unica chance è non mollare mai. L’Italia è una “bella addormentata” dove si lavora con le palle ai piedi: il 60 per cento di ciò che guadagni finisce in tasse, c’è un problema forte di legalità, ci sono troppe raccomandazioni e un’eccessiva evasione fiscale. Ma se ami il tuo lavoro e ce la metti tutta, puoi ancora farcela".

Marco Mologni

(foto: Fabrizio Radaelli)


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