Ponti: "Siamo già portatori di cambiamento, in città si inizia a parlare di famiglia"

MONZA - Entusiasmo mercoledì sera, in Sala Maddalena, per "Il Popolo della Famiglia", realtà guidata dal candidato sindaco Manuela Ponti che conta anche sul sostegno di Fiamma Nazionale e da Forza Nuova

Si definiscono un miracolo elettorale, un gruppo di persone che non si conoscevano ma che uniti dagli stessi ideali e valori insieme hanno costruito la squadra del “Il popolo della Famiglia” guidata dalla candidata Manuela Ponti sostenuta anche da Fiamma Nazionale e da Forza Nuova

Un gruppo unito che mercoledì sera in Sala Maddalena ha accolto con entusiasmo il suo segretario nazionale Gianfranco Amato. Nel pomeriggio il presidente nazionale Mario Adinolfi aveva tenuto un comizio in piazza San Paolo poi, per problemi di salute, ha dovuto l’annullare l’intervento serale.

Ugualmente molto intenso e ricco di spunti di riflessione.

“La nostra discesa in campo ha portato gli avversari ad avere una percezione diversa – ha dichiarato la candidata Ponti – Adesso tutti corrono a firmare un accordo sulla famiglia. Siamo dovuti arrivare al Family Day per far riconoscere l’importanza di questo nucleo. I valori sui quali si basa la nostra battaglia sono quelli non negoziabili. Se si indossano gli occhiali della famiglia si guardano tutte le necessità presenti in una città in un modo diverso, ponendo al centro la famiglia”.

La discesa in campo a Monza è stata una sorpresa. “Se ci sono persone che ci definiscono matti e retrogradi è perché stiamo facendo bene il nostro lavoro e la nostra forza è quella di non avere nulla da perdere”, ha concluso prima di passare la parola ad Amato.

E il segretario nazionale ha catalizzato attenzione ed applausi con un discorso a braccio di quasi un’ora facendo un’analisi sociologica, economica e politica dell’Italia sempre avendo ben chiaro il nodo cruciale del gruppo: la famiglia. Lanciando un’ipotesi molto brianzola. “Potremmo usare come libro simbolo del nostro gruppo “Cavallo Rosso” di Eugenio Corti, un uomo che se fosse vivo sarebbe con noi – ha dichiarato – Ponendo al centro la cultura del lavoro e la profonda fede, entrambe smarrite”.

Lanciando una stoccata ai detrattori. “A Monza sta succedendo quello che avviene nelle altre città italiane dove ci siamo presentati alle elezioni – ha proseguito – Siamo arrivati come marziani monotematici. Poi piano piano tutti a parlare di famiglia e a Monza si è scelto anche di fare firmare patti a sostegno della famiglia. Noi non abbiamo bisogno di firmare patti, noi siamo gli originali. Anche nella polis di Monza con noi può ritornare al centro la famiglia. Siamo presenti nelle città più importanti dove si vota. Il Popolo della famiglia non è nato come un progetto personale, è una creatura che non ci appartiene  e siamo liberi. Qualunque sia il risultato abbiamo avuto l’onore e l’onere di avere una rappresentanza”.

Poi le critiche verso il centro destra. “Forza Italia è alla deriva animalista, la Lega Nord che per bocca di Salvini vorrebbe il papponaggio di Stato, ha votato per il matrimonio lampo e sostiene che l’aborto chimico sia migliore rispetto a quello chirurgico. E poi Zaia a favore dell’eutanasia. Siamo stufi di un popolo che lascia libertà di coscienza su argomenti come vita, famiglia ed educazione”.

Indicando chiaramente l’obiettivo di partire dalle elezioni locali per poi guardare anche alle politiche. “Il popolo del Family Day è stato tradito, ha bisogno di una rappresentanza – ha continuato – Dobbiamo fermare la rivoluzione antropologica in atto e il luogo dove questa si decide è proprio il Parlamento. Ci stanno portando verso un disegno di legge che dichiara il rapporto incestuoso come normale. C’è un solo modo per fermarlo: la scelta di impegnarci in un movimento politico. Questi cattolici ora impegnati in politica tra la fede e la poltrona scelgono la poltrona. Il popolo italiano è anestetizzato e noi abbiamo la responsabilità di far aprire gli occhi”.

Lanciando un messaggio forte sul futuro dell’Italia, legato al problema della forte denatalità. “Il popolo italiano è finito affermano gli esperti in demografia – aggiunge -  Per ritornare a certi numeri ci vorrebbero cento anni, un sistema economico simile a quello degli anni Sessanta e che ogni donna fin da ora partorisse 13 figli”. Con una profonda critica al Governo Renzi. “Se il problema numero uno di una nazione non è la sopravvivenza del suo popolo ma investire sei mesi di lavori in Parlamento e milioni di euro per parlare di unioni gay – ha incalzato – Si sarebbero potuti impegnare quei soldi per costruire le casette ai terremotati. Ma fino a quando nessuno reagirà non cambierà mai nulla”.

Invitando infine i monzesi al concerto convegno in programma il 6 giugno alle 21 al teatro Manzoni con la serata dal titolo “Invertiamo la rotta contro la dittatura del pensiero unico”. Sul palco Amato, il cantante Povia e la candidata Manuela Ponti.

Barbara Apicella


Vuoi ricevere le notizie nella tua mail? Iscriviti alla newsletter: clicca qui
(in base alle impostazioni del tuo gestore potrebbe finire in caselle diverse dalla "Posta in arrivo")