Posata la prima pietra: sull’ex cotonificio sorgerà il Museo etnologico di Monza e Brianza

MONZA - Era uno dei quei problemi ancora irrisolti della città. Il museo etnologico non vede ancora la luce, ma giovedì mattina è stata posata la prima pietra. Troverà posto nell'ex cotonificio di Cederna che ospiterà anche attività di coworking

Dopo decenni di attesa finalmente il Museo etnologico di Monza e Brianza ha trovato casa. Degna del ruolo e della missione che questa istituzione da decenni porta avanti.

Giovedì mattina, sotto l’acquazzone, posa della prima pietra della nuova sede del Museo etnologico che troverà ubicazione nell’ex cotonificio di Cederna all’interno del grande progetto di riqualificazione di quella che all’inizio del secolo scorso è stata una vera e propria cittadella industriale nel cuore della città.

Diciotto i mesi di lavoro previsti. Così ha confermato il sindaco uscente Roberto Scanagatti che ha voluto ricordare l’impegno dell’architetto  Alfredo Viganò (presente alla cerimonia) che con il compianto Luigi Ferraro fin dai tempi della Giunta Faglia aveva ipotizzato e lavorato al recupero dell’ex area industriale dismessa.

“Per cinque anni (durante la Giunta Mariani, ndr) questo progetto ha subito una pausa, per poi essere ripreso – ha commentato – L’operatore privato con il progetto di riqualificazione ha cambiato volto a questo quartiere che da non luogo è diventato un luogo che ha ricominciato a vivere”.

Un progetto importante di riqualificazione dell’ex cotonificio, ribattezzato progetto “Fabbrica Cederna”, quello  all’interno del quale si inserisce anche la sede del Museo etnologico che attualmente si divide tra la Villa Reale (dove sono accatastate anche numerose suppellettili donate nel corso degli anni dalla popolazione) e il Mulino Colombo dove vengono allestite mostre e portato avanti il progetto divulgativo del sodalizio.

“Abbiamo lungamente atteso questo momento – ha fatto sapere attraverso una missiva letta dal marito la presidente del Memb Anna Sorteni  che ha dovuto disertare la cerimonia per motivi di salute – Mi consola sapere che il tempo perduto presto verrà recuperato”.  

Un museo nato nel lontano 1976 sotto forma di associazione dalla spinta della pittrice monzese Pina Sacconaghi che, non avendo eredi diretti, decise di lasciare il suo grande patrimonio di documenti e oggetti alla città. Da qui l’idea di istituire un ente che conservasse il prezioso materiale dando vita perciò al Memb. Che nel corso di questi decenni ha costantemente arricchito, grazie alle donazioni, il suo patrimonio di oggetti e di documenti che testimoniano la vita sociale, contadina, lavorativa, familiare e religiosa di Monza e della Brianza. Un ritratto di una civiltà e di una comunità in continua evoluzione che, però, ad oggi non aveva uno spazio adeguato per mostrarla e divulgarla.

Entro la fine del 2018 il Museo Etnologico di Monza e Brianza potrà finalmente mostrarsi nel pieno della sua bellezza e ricchezza. Avendo trovato casa in quella grande “Fabbrica Cederna” che si amplia su uno spazio di oltre 18mila metri quadrati. La nuova costruzione riprenderà la sagoma dei capannoni industriali dell’epoca con copertura a falde in laterizio e lucernai a shed per l’illuminazione zenitale, inglobando la vecchia ciminiera che ancora oggi svetta all’interno del cantiere.

La superficie al piano terreno è di circa 1.200 metri quadrati e per convegni, corsi, mostre e presentazioni. Un altro locale di 200 metri quadrati per attività di coworking o altre funzioni autonome.

Poi il grande spazio destinato al Museo etnologico per il deposito e la consultazione di reperti e documenti attualmente in Villa Reale. Non mancherà la caffetteria che affaccerà sulla piazza e sul parco.

Barbara Apicella


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