San Gerardo: sindacati sul piede di guerra per l'impresa di pulizie

MONZA - Una protesta pacifica ma ferma. E, naturalmente, vistosa: non potevano sfuggire all'occhio di chi entrava all'ospedale San Gerardo, ieri mattina, gli striscioni affissi dalla Cub (Confederazione unitaria di base) per rivendicare i diritti di chi si occupa di pulizie all'interno dell'ospedale

Una manifestazione fuori dall’ospedale esponendo un lenzuolo bianco con la scritta “Isi vogliamo i  nostri diritti”. Un presidio pacifico e sotto il solleone quello organizzato ieri mattina dalla Cub (Confederazione unitaria di base) per rivendicare i diritti dei lavoratori dell’azienda che si occupa delle pulizie all’interno dell'ospedale San Gerardo di Monza.

Un problema che ormai da tempo prosegue con i sindacati che già due mesi fa erano saliti sulle barricate. Proprio come è accaduto ieri mattina. Precise le richieste avanzate dai rappresentanti dei lavoratori sia sul fronte del contratto, sia su quello di richieste per alcune criticità sull’ambiente di lavoro.

“In primis chiediamo che sia l’azienda ad occuparsi dell’igienizzazione delle divise – hanno spiegato i rappresentanti dei lavoratori – Infatti non è ammissibile che i dipendenti si portino a casa la divisa. In questo modo circolano batteri e virus: sui mezzi pubblici, nelle case e comunque un normale lavaggio a 60 gradi non igienizza profondamente”. Sempre in tema di “divisa” i sindacati rivendicano anche l’utilizzo di guanti più lunghi e protettivi rispetto a quelli forniti alcuni mesi fa. “Quando i dipendenti lavano i servizi igienici è necessario che siano protetti con guanti che arrivano fino al gomito”.

Rivendicazioni anche in tema di contratti. Sono circa duecento i dipendenti dell’azienda che lavorano all’interno dell’ospedale. “La situazione è molto tesa – continua – Ci sono dieci dipendenti che attendono la regolarizzazione del contratto e quattro che attendono quella del livello”.

Si preannuncia un’estate calda sul fronte sindacale, proprio come si legge nei volantini distribuiti ieri mattina e dal tono tutt’altro che pacifico, evidenziando anche serie problematicità di relazione interna e chiedendo un confronto diretto con l’azienda soprattutto dopo lo sciopero di aprile. “Non accettiamo il silenzio dell’azienda – si legge nel documento – che così facendo continua a negare le proprie responsabilità danneggiando i lavoratori, gli utenti, la struttura ospedaliera, la dignità nonostante la buona volontà dei dipendenti ad operare nel miglior modo possibile”.


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