Arrestata banda di albanesi: ha rubato 1.200 kg di rame al "Gadda"

PADERNO DUGNANO - Alla vista dei Carabinieri c'è chi si è lanciato da un'altezza di 8 metri, chi si è tuffato nel Seveso, chi ha provato a fuggire a piedi, e chi ha tentato di nascondersi nelle aule: quattro albanesi arrestati nella notte tra il 2 e il 3 giugno. In sei colpi avevano rubato 1.200 chili di rame al "Gadda"

Il metodo era ingegnoso oltre che fonte di reddito: quattro albanesi avevano preso di mira l'istituto "Gadda", asportando grondaie e canaline per rivendere il rame nel mercato nero. Il settimo colpo, però, si è rivelato fatale: i Carabinieri della Tenenza cittadina erano lì ad aspettarli e martedì sera li hanno prontamente arrestati.

La scuola, ormai da qualche giorno, era sorvegliata 24 ore su 24 dalle forze dell'ordine. Militari nascosti ovunque, anche nei posti più impensabili, nel tentativo di acciuffare gli autori dei furti. Ben sei colpi messi a segno nell'ultimo mese, per un totale di 1.200 chilogrammi di rame asportato.

Non si erano accontentati delle canaline. I malviventi avevano preso di mira anche le grondaie, creando non pochi problemi alla scuola diventata più permeabile, anche se la didattica non è mai stata interrotta.

Di fatto gli albanesi, dopo aver colpito in un paio di sere in rapida successione, vista la dimensione dell'istituto, attendevano che il rame venisse di nuovo posato per colpire un'altra volta: e così si sono impossessati di quella quantità enorme senza troppa fatica. Al mercato nero il rame è pagato 3 euro e 50 centesimi al chilo: significa per loro 4 mila 200 euro facili. Sono entrati in azione a maggio nella notte del 4 e del 5, poi in quella del 15 e del 19, e ancora il 30 con lavoro con intendevano completare il 2 giugno.

Quella sera, però, a loro insaputa i Carabinieri erano un po' ovunque per presidiare la scuola. Quando i quattro sono arrivati (B.X. di 28 anni, B.F. di 35, D.N. di 27 e suo fratello D.S. di 22), uno di loro si è arrampicato rapidamente per andare sul tetto. Appena ha visto che erano presenti i militari si è lanciato da un'altezza di 8 metri, senza procurarsi nemmeno la minima distorsione. E' stato però immediatamente bloccato.

E' andata male anche ai suoi complici: uno si è tuffato nel Seveso, ma è stato ripescato. Un altro ha provato inutilmente a fuggire a piedi. Il quarto, invece, ha cercato di nascondersi nelle aule ma è stato scovato e, come gli altri, consegnato alla giustizia.