Seregno: il concittadino Antonio Acerbo indagato per appalti truccati di Expo 2015

La Procura della Repubblica di Milano indaga su
Antonio Acerbo, il seregnese che da poco più di un anno ha il ruolo di delegato per le infrastrutture di Expo 2015: potrebbe essere coinvolto in appalti truccati di Expo 2015 con particolare riferimento ai reati di corruzione e turbativa d'asta. La notizia che arriva dal procuratore generale
Edmondo Bruti Liberati, inevitabilmente, ha animato tutta la giornata di ieri. Ma stando ai legali, il nostro concittadi...

La Procura della Repubblica di Milano indaga su

Antonio Acerbo, il seregnese che da poco più di un anno ha il ruolo di delegato per le infrastrutture di Expo 2015: potrebbe essere coinvolto in appalti truccati di Expo 2015 con particolare riferimento ai reati di corruzione e turbativa d'asta. La notizia che arriva dal procuratore generale

Edmondo Bruti Liberati, inevitabilmente, ha animato tutta la giornata di ieri. Ma stando ai legali, il nostro concittadino vorrebbe chiarire al più presto la sua posizione. La Guardia di finanza è stata incaricata di fare perquisizioni "nei luoghi in disponibilità dell'indagato" al quale è stato chiesto di consegnare copia degli atti e dei documenti che riguardano la procedura "Progetto Via delle Acque" e "Metropolitana milanese spa". Acerbo, insieme a

Gianni Confalonieri, è commissario delegato individuato dal commissario generale di Expo

Giuseppe Sala e ha funzioni di garanzia e di controllo per quanto riguarda le opere considerate di primaria importanza, comprese le vie d'acqua, in vista dell'apertura di Expo 2015, ed è il responsabile del Padiglione Italia. Il suo nome pare che sia stato fatto da

Enrico Maltauro, l'imprenditore finito nel mirino della giustizia e  arrestato l'8 maggio per la cosiddetta "cupola degli appalti". La Procura sta cercando di verificare se Acerbo, in virtù della sua posizione, abbia effettivamente favorito l'imprenditore nell'aggiudicazione dell'appalto per la Via d'Acqua Sud che comporta un investimento di 54 milioni di euro. Immediata la reazione di

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, che ha chiesto ad Acerbo di dimettersi: benché si tratti di un avviso di garanzia e non di una condanna, il gesto permetterebbe di salvaguardare la reputazione di Expo, di Milano e dell'Italia in generale. "Vogliamo chiarire il più rapidamente possibile la posizione di Acerbo - ha chiarito il suo legale Francesco Cecconi - in modo da non arrecare nessun danno ai ruoli importanti che sta svolgendo per l'Expo. Nel decreto di perquisizione, tuttavia, sono riportate le ipotesi di reato contestate ad Acerbo,'ma non c'e' nessun tipo di indicazione sulla condotta illecita, tantomeno si parla di somme di denaro o di altre utilità".