L'eurodeputato Gianni Pittella porta in città il sostegno al Sì referendario

SEREGNO - Un centinaio di persone domenica mezzogiorno per accogliere Gianni Pittella, presidente
del gruppo S&D-Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, intervenuto in città per sostenere il Sì al referendum

"Seregno rappresenta a pieno titolo la Brianza che lavora e ha un forte senso delle istituzioni. Per questo motivo abbiamo organizzato proprio qui l'incontro per di "Lab Dem Monza e Brianza - basta un Sì" per dare il nostro appoggio al referendum e garantire un futuro a noi, ai nostri figli e ai nostri nipoti". Così Tiziano Mariani, capogruppo della lista civica "Noi x Seregno", ha voluto presentare l'incontro che si è svolto domenica al Dorsia a favore del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre.

Al suo fianco l'eurodeputato Gianni Pittella, presidente
del gruppo S&D-Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, accolto da un centinaio di sostenitori, nonché da Pietro Carlomagno (coordinatore regionale lombardo di Lab Dem), Pietro Virtuani (segretario provinciale del Partito Democratico), Camilla Musciacchio (responsabile Lab Dem di Monza e Brianza).

"Il discorso è molto semplice - ha spiegato Pittella - non c'è da scegliere tra due proposte. Se vince il No, tutto rimane così com'è adesso. Se vince il Sì sparisce il bicameralismo paritario che in Europa hanno soltanto l'Italia e la Romania. Dove per fare una legge bisogna passare da Camera e Senato con lo stesso testo per l'approvazione. Un po' come avere due Consigli comunali a Seregno che devono approvare la stessa delibera. Con il Sì abbiamo una Camera che legifera, l'altra che si fa interprete delle necessità dei territori, abbiamo una riduzione dei costi della politica, si inserisce per la prima volta nella Costituzione il principio di trasparenza. Il Sì rafforza il Governo e la stabilità, ma ci dà anche più voce in Europa. Una riforma con qualche pecca? Può darsi, ma è un passo avanti ed è da accogliere in modo positivo".

L'eurodeputato ha evidenziato quello che ritiene un rischio da non correre: "Il No significa perdere il treno delle riforme. E' solo un tentativo di mandare a casa Renzi, che comunque non si dimetterà e andrà avanti per la sua strada anche se indebolito. Il No è un pericolo per l'Italia, che rischia di essere messa ai margini dell'Europa e di essere in balia dell'instabilità con serie conseguenze per le imprese e le nostre famiglie. Di una situazione così non abbiamo proprio bisogno".


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