Seveso e 'Ndrangheta: il sindaco ringrazia i magistrati

La notizia della 'Ndrangheta ha scosso la città. Il blitz compiuto dalla squadra mobile della Polizia di Stato con l'esecuzione di 40 ordini di custodia cautelare, nella giornata di ieri ha a lungo tenuto banco nelle conversazioni dei sevesini. Ancora di più ha fatto discutere il "Tugurio", ovvero quel monolocale in città in cui gli uomini della criminalità organizzata si ritrovavano e contavano i soldi frutto dell'attività di usura e di estorsione. Per una volta i sevesini, finora poco tocca...

La notizia della 'Ndrangheta ha scosso la città. Il blitz compiuto dalla squadra mobile della Polizia di Stato con l'esecuzione di 40 ordini di custodia cautelare, nella giornata di ieri ha a lungo tenuto banco nelle conversazioni dei sevesini. Ancora di più ha fatto discutere il "Tugurio", ovvero quel monolocale in città in cui gli uomini della criminalità organizzata si ritrovavano e contavano i soldi frutto dell'attività di usura e di estorsione. Per una volta i sevesini, finora poco toccati da questioni malavitose, si sono sentiti vulnerabili e partecipi di un fenomeno che riguarda tutta la Brianza. Il sindaco

Paolo Butti, dopo avere appreso la notizia, nella mattinata di oggi ha diffuso un comunicato. Poche righe per ringraziare la magistratura e le forze dell'ordine e per invitare tutti a non abbassare la guardia.

L’Amministrazione Comunale di Seveso, appreso dai mezzi d’informazione dell’operazione condotta sul territorio Comunale volta al contrasto dell’organizzazione criminale ‘ndranghetista, esprime grande soddisfazione per l’operato delle Forze dell’Ordine e della Magistratura. Operazioni come questa ci ricordano che nessun territorio è immune all’azione delle organizzazioni criminali specialmente in un tessuto economicamente ricco come quello brianzolo. Spetta a tutti, in primis alle Istituzioni, trovare gli anticorpi per combattere questo cancro che si è propagato nel nostro territorio. La lotta alle organizzazioni criminali non deve limitarsi alla “repressione del reato” da parte della Magistratura ma deve divenire “azione culturale”, una società che è consapevole del male che la criminalità organizzata porta, trova in sé gli strumenti per combatterla.

Un sentito grazie ai magistrati, Dott. D’Amico e Dott.ssa Ilda Boccassini per tutti, e alle Forze dell’Ordine che hanno condotto questa importante operazione.