Il Fauno eleganza del gusto

La tradizione e la cultura di un luogo di gusto storico del territorio. Qualità, rigore e creatività la ricetta.

Ogni gesto, ogni sensazione ha un senso solo se riesce ad  aggiungere alla vita un’esperienza o un sapore che prima non aveva. Specie nei tempi della crisi, le cartucce da sparare sono poche e così  anche un’occasione che prima sembrava banale, come quella di una serata con gli amici o una  ricorrenza deve provare ad essere unica e dare sensazioni  che sanno durare, come quelle donate da  Il Fauno, ristorante incastonato nell’ architettura di Palazzo Borromeo, a Cesano Maderno. 
La sala arredata con la volontà di essere essenziale e il panorama che si gode dai tavoli, uno dei giardini all’italiana meglio conservati di Lombardia,  offrono un’ atmosfera assolutamente unica che fanno da perfetta cornice alla vera protagonista: la cucina de Il Fauno. Lo sappiamo, anche per il cibo è essenzialmente questione di qualità, non quantità. Non contano sconti o slogan divertenti, la buona tavola è impressione di gusto, vuole il silenzio e non il fracasso, l’eleganza spontanea e non la saccente cortesia. A Il Fauno la solidità dell’impronta culinaria c’è, e non viene da sola, perché mangiare in Villa Borromeo è anche questione di prezzi non esagerati, con un menu completo (consultare www.ilfauno.it), a 50 euro che nel territorio è davvero concorrenziale, vista la varietà di ciò che viene offerto nella sala che occupa quelli che una volta erano i quartieri meno nobili del Palazzo, destinati a cavalli e truppa.  Si riconosce quella origine umile nell’architettura del ristorante ed è una sensazione unica, quella di essere a cena dentro la “storia”. Ma, come abbiamo già detto, è la qualità in tavola la vera sostanza de Il Fauno. Qui un piatto non nasce dalla banalità, te ne accorgi  chiacchierando con chi ha fatto crescere il ristorante rendendolo luogo d’elite brianzolo. L’argomento è la cultura del sapore. Quella che insegna che una creazione, una ricetta, non è una somma matematica di dosi ma un prodotto artistico,  una mescola capace di garantire qualità e sensazione. Un esempio ce lo dà il capochef:, raccontandoci che un'idea di dessert può nascere da un ricordo di fanciullezza, dimostrando che creare una ricetta può essere come scrivere una poesia, un racconto, dipingere un quadro. Un fatto d’arte, insomma. “Una delle nostre ultime idee nel campo dei dessert è il gelato alla viola. E’ nato dal ricordo della  marmellata di frutti di bosco della nonna che, per un gesto sbagliato, dal davanzale della finestra è precipitata a sporcare un vaso di violette. Quella volta, comunque, con la spensieratezza di un bambino al dolce non rinunciai. Di nascosto presi un cucchiaio e mangiai i fiori ricoperti di marmellata e ti assicuro che trovai il tutto assai gustoso. Ecco, il gelato alla viola che oggi si trova nel menù de Il Fauno viene dalle sensazioni che vissi allora.”
Insomma, in un’ epoca di  cuochi urlanti e danzanti la cucina è ancora  capacità di creare sapori tenui ma intriganti che sanno rendere la sfumatura di un ricordo. 

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