Bovisio M.: si litiga sull'ubicazione della farmacia

Ora si polemizza anche sulle farmacie: dopo aver dato vita ad accesi scotnri su asilo nido, Pgt, spostamento del mercato, sottopasso ferroviario, maggioranza e opposizione trovano il modo di litigare anche sull'ubicazione delle farmacie comunali. Lo spunto è stato offerto da una recente legge che impone di comunicare alla Regione Lombardia dove intende favorire l'apertura di nuove farmacie sul territorio. Attualmente, infatti, in paese ne sono in funzione tre ma, visto che la normativa consen...

Ora si polemizza anche sulle farmacie: dopo aver dato vita ad accesi scotnri su asilo nido, Pgt, spostamento del mercato, sottopasso ferroviario, maggioranza e opposizione trovano il modo di litigare anche sull'ubicazione delle farmacie comunali. Lo spunto è stato offerto da una recente legge che impone di comunicare alla Regione Lombardia dove intende favorire l'apertura di nuove farmacie sul territorio. Attualmente, infatti, in paese ne sono in funzione tre ma, visto che la normativa consente un punto ogni 3.300 abitanti, ne sono possibili addirittura cinque. Le due nuove, secondo la Giunta, sono da aprire una a nordovest della ferrovia (servirà le vie Bonaparte, Diaz, Bellini, Rossini, Superga, Vittorio Veneto, Mombellino, Groane) e una a sudovest (per le vie Foscolo, Mameli, Nazionale dei Giovi, Cervi, Paganini, Milano). Al di là dell'organo di competenza (secondo la maggioranza è giusto che sia stata la Giunta a decidere così come richiesto dall'Asl, coinvolgendo il Consiglio comunale in seconda battuta, mentre per l'opposizione è solo il Consiglio comunale che può decidere) la polemica si è scatenata sull'ubicazione. "La farmacia a nordovest può anche andare bene - commenta  Giuseppina Stella, capogruppo della lista "Insieme per Bovisio Masciago" - mentre quella a sud è un pasticcio: troppo vicina alla prima e un servizio utile solo per i cittadini di Varedo. Era molto meglio aprirne una in corso Italia che è molto più popolata". Secca la replica del sindaco

Emanuele Galimberti: "La scelta del luogo non è fatta per favorire gli interessi dei privati bensì per rispondere alle esigenze della popolazione. Ricordo che la normativa offre questa possibilità, una farmacia ogni 3.300 abitanti indipendentemente da quanti ne risiedono nei quartieri, proprio per andare incontro alle zone più svantaggiate". Nella disputa politica tra maggioranza e opposizione, il parere di un tecnico:

Alberto Cesaroni, titolare della farmacia "San Martino" di via Piave: "Il sindaco ha agito correttamente. Le due zone che ha individuato sono oggi poco servite e la legge ha lo scopo di inserire i nuovi servizi anche nelle zone meno popolose. Il problema che genera questa legge, piuttosto, sarà poi per il privato: perché pochi abitanti corrispondono a un volume d'affari ridotto".