Cesano M., Mariani: "I profughi non sono costati un solo centesimo ai cesanesi"

Dopo 20 mesi, a Cesano è arrivato a conclusione il capitolo “emergenza profughi” provenienti dal nord Africa. Un capitolo aperto dalla fine di giugno 2011 - in concomitanza con l'arrivo del Commissario Prefettizio che seguì la caduta della Giunta di allora - che diede la disponibilità ad accoglierli a Cesano. Lo stato di emergenza umanitaria decretato dal Ministero degli Interni per ospitare i profughi, che tramite la Protezione Civile individuava i Soggetti attuatori per l’accoglienza per sp...

Dopo 20 mesi, a Cesano è arrivato a conclusione il capitolo “emergenza profughi” provenienti dal nord Africa. Un capitolo aperto dalla fine di giugno 2011 - in concomitanza con l'arrivo del Commissario Prefettizio che seguì la caduta della Giunta di allora - che diede la disponibilità ad accoglierli a Cesano. Lo stato di emergenza umanitaria decretato dal Ministero degli Interni per ospitare i profughi, che tramite la Protezione Civile individuava i Soggetti attuatori per l’accoglienza per spalmarne il numero su tutto il territorio nazionale, è terminato alla fine dello scorso mese di febbraio, con la sottoscrizione di un atto di impegno a concludere la permanenza sul territorio da parte dei rifugiati. I profughi provenienti dal nord Africa, dopo essere stati assistiti e ospitati presso la ex scuola materna Luigi Calastri di via Diaz a Cassina Savina - grazie all'aiuto determinante della Caritas che ha loro fornito assistenza diretta e generi di prima necessità -, al termine dell'accoglienza sono stati accompagnati in un percorso per favorirne il rientro nella normalità. Sulla base dei “progetti di vita” che ciascuno ha presentato, sono stati sostenuti in un cammino che li ha portati a passare dallo stato assistenziale ad uno di predisposizione all'inserimento nel nostro tessuto di vita. Per favorire il rientro nella normalità da parte dei profughi che hanno sottoscritto l'atto di impegno, l'amministrazione Comunale ha messo a disposizione di ciascuno un contributo straordinario di 1.500 euro, comprensivo dei 500 euro erogato dalla Prefettura per chiudere i progetti, finalizzato esclusivamente all’individuazione di un alloggio e alla possibilità di attivarsi per la ricerca di un lavoro. Anche i mille euro, precisano dal municipio, non sono usciti dalle casse comunali – esattamente come quelli per l'alloggio e il mantenimento -, ma si sono resi disponibili grazie ai risparmi effettuati durante la fase dell'accoglienza dei rifugiati, utilizzando al meglio l'importo giornaliero pro capite di 46 euro riconosciuto dal Ministero degli Interni al Comune fino al dicembre 2012, e di 35 euro da gennaio a febbraio 2013. Cesano infatti, nell'ottica di una concreta accoglienza umanitaria, non si è limitata ad alloggiare i rifugiati in albergo o in altre strutture similari, per poi disinteressarsene. Ma piuttosto, grazie ad un intenso e costante lavoro degli uffici sociali ed al  coinvolgimento dell'associazionismo locale – in primo luogo della Caritas - , ha provveduto ad alloggiarli negli ambienti della ex Calastri e li ha fatti seguire dal mondo del volontariato che ne ha messo a frutto potenzialità occupazionali oltre che temporali. Durante il loro soggiorno in Città i profughi, aiutati dai mediatori linguistici, hanno prestato servizi come volontari in attività controllate presso alcune associazioni del territorio come l'Auser, Il Seme, L'Oasi Lipu e la cooperativa sociale Le stelle. Gli otto profughi che sono stati ospitati a Cesano, tutti provenienti dalla Nigeria (due coppie e quattro soggetti di sesso maschile), provvisti di diritto di asilo per motivi umanitari, hanno definitivamente concluso nelle scorse settimane la loro permanenza in loco con la sottoscrizione del documento di accettazione che ha posto fine allo stato assistenziale in cui si trovavano. Due di essi si sono trasferiti a Monza, due fuori provincia e quattro in altre regioni. “Oltre alle considerazioni di ordine pratico legate al mantenimento dei profughi, che ribadisco non sono costati un solo centesimo alle casse comunali, compreso il costo del lavoro che gli uffici ha dovuto riservare loro – ha dichiarato l'assessore ai Servizi sociali

Sara Mariani – vorrei sottolineare un altro aspetto che merita pari considerazione. I profughi sono in alcuni casi stati visti solo come un onere, un impegno per la Città. Un impegno che peraltro è stato affrontato da tutti coloro che hanno collaborato nella loro gestione in modo egregio. Vorrei però porre l'attenzione anche sul fatto che si tratta di persone, certo con abitudini di vita diverse dalle nostre, che sono state costrette a lasciare la loro patria ed i loro costumi di vita per necessità: una di esse, in particolare, con evidenti e indelebili segni sul corpo delle torture subite. Un dato di fatto che, pur se confrontato con le difficoltà economiche che molti tra i nostri concittadini devono purtroppo affrontare, ci deve invitare ad una riflessione più ponderata  nei loro confronti”.