Cesano M.: la questione moschea divide il Consiglio comunale

Lo stesso tema, due modi di vedere completamente diversi: il tema della moschea agita il Consiglio comunale, fa discutere, ma alla fine la mozione presentata dal gruppo della Lega Nord insieme a "Un futuro per Cesano" viene respinta dai voti della maggioranza appoggiata da Oscar Greco (Il Popolo della Libertà). Per la minoranza servono controlli, per la maggioranza sono già stati fatti. Si parla di degrado del quartiere e il gruppo di governo del territorio risponde che è un modello per ...

Lo stesso tema, due modi di vedere completamente diversi: il tema della moschea agita il Consiglio comunale, fa discutere, ma alla fine la mozione presentata dal gruppo della Lega Nord insieme a "Un futuro per Cesano" viene respinta dai voti della maggioranza appoggiata da Oscar Greco (Il Popolo della Libertà). Per la minoranza servono controlli, per la maggioranza sono già stati fatti. Si parla di degrado del quartiere e il gruppo di governo del territorio risponde che è un modello per la città. L'accusa è quella di mancanza di sicurezza, la risposta è che il problema è invece rappresentato dalla carenza di offerta di lavoro. Tra tanti motivi di divisione, una sola certezza: lì in via Udine, in quelli che erano gli spazi della Banca Intesa, non dev'esserci la moschea. Poi tanti punti di vista differenti. Per

Daniele Ceccarello (Un futuro per Cesano) lì svolge comunque attività di culto nonostante il paravento dell'associazione culturale. Questo nonostante un regolamento di condominio lo vieti e nonostante il quartiere soffra già di numerosi problemi. In più resta la verifica da fare sull'idoneità della struttura. Come lui la pensa

Marina Romanò (Lega Nord), che ha puntato il dito anche sui problemi di sicurezza connessi alla presenza di musulmani fin dalle prime ore del mattino. "E stando ad alcuni residenti, pare che qualcuno sia stato visto entrare con bombole di gas, e che sia stata forzata la porta antipanico. Gli stessi inquilini del condominio non si sentono più sicuri. Chiedo che il sindaco firmi un'ordinanza di chiusura in attesa che vengano fatte tutte le verifiche necessarie". La stessa analisi sui timori dei residenti è stata fatta anche da

Walter Mio (Movimento 5 Stelle), anch'egli favorevole alla mozione. La vede però in modo completamente diverso

Alberto Vaghi (capogruppo della lista Vivi Cesano - Gigi Ponti) che considera ormai già effettuate le verifiche "nei primi tre giorni di apertura del centro".  Nel suo intervento ha evidenziato che la Polizia locale è sempre lì e che l'amministrazione comunale non è mai stata informata di questa scelta. Ha ribadito che il Piano di Governo del Territorio non prevede la possibilità di un edificio di culto e che, tuttavia, resta il disturbo per i residenti. Vaghi ha contestato la raccolta di firme ("Alimenta il problema") e ha dichiarato che la proprietà poteva fare una scelta più responsabile nell'affittare i locali benché non ci siano leggi che vietano l'ingresso di associazioni culturali in un condominio. "Chiediamo alla comunità pakistana - ha concluso Vaghi - di ripensarci e di fare un passo indietro. Chi crede nell'integrazione e nella convivenza deve partecipare al progetto "Il sabato del Villaggio" proposto alla Snia, mentre in questo modo si vanificano mesi di lavoro". Per lui la soluzione al problema - che comporta anche un deprezzamento del valore degli immobili - sta nella programmazione urbanistica, nell'integrazione, "sforzi già programmati" con il sindaco che negli anni è stato capace di portare nuove aziende sul territorio.

Leonardo Guanziroli (anche lui della lista Vivi Cesano - Gigi Ponti) ha voluto rimarcare tutta l'attenzione dedicata dall'amministrazione comunale al Villaggio Snia leggendo un elenco di opere realizzate di progetti proposti.

Massimiliano Bevacqua (Sinistra Ecologia e Libertà), da residente della Snia, ha condannato il gesto dei pakistani di abbandonare anzitempo il percorso del Comune verso l'integrazione. Ha dichiarato che i residenti cercano pace, tranquillità e servizi e che il Comune si sta attivando convocando le parti sociali anche se, per quanto riguarda il condominio, si tratta di un fatto privato su cui non può entrare nel merito. Per Bevacqua è ora di smetterla con il criticare la Snia, trattandola come un ghetto, "perché c'è un forte senso di comunità, sono fiero di abitare lì, è una risorsa per la città. Attraverso il lavoro sono state unite etnie diverse e persone. Lì si rilancia tutto con il lavoro anche per il futuro". "Tutti i giorni - ha concluso il sindaco

Gigi Ponti - lavoriamo per dare un senso di comunità, per progetti di rete dove gli articoli di legge non siano i presupposti per operare insieme, ma basti ancor prima la convivenza e la voglia di stare insieme. Questo porta alla legalità e al rispetto. Ho trovato piena collaborazione per attività di controllo del quartiere anche nelle associazioni e nei cittadini della Snia. Con loro bisogna iniziare a orientarsi verso la crescita del quartiere in modo più sereno e produttivo e far sì che con intelligenza e lungimiranza si possa guardare avanti facendo rispettare una normativa che mette d'accordo tutti".