Seregno: condannato a 4 anni per spaccio di ecstasy

Una condanna a 4 anni di reclusione oltre al pagamento di 20 mila euro di ammenda: è quanto ha deciso  il collegio giudicante del Tribunale di Lecco nei confronti di M.M., un trentenne residente nella nostra città. Un po' più morbida dunque la sentenza rispetto ai 6 anni e 30 mila euro richiesti dal Pm Silvia Zannini nel corso dell'ultima udienza. Il giovane era finito sul banco degli imputati perché coinvolto nel giro di sostanze stupefacenti. O, meglio, secondo la tesi della ...

Una condanna a 4 anni di reclusione oltre al pagamento di 20 mila euro di ammenda: è quanto ha deciso  il collegio giudicante del Tribunale di Lecco nei confronti di M.M., un trentenne residente nella nostra città. Un po' più morbida dunque la sentenza rispetto ai 6 anni e 30 mila euro richiesti dal Pm Silvia Zannini nel corso dell'ultima udienza. Il giovane era finito sul banco degli imputati perché coinvolto nel giro di sostanze stupefacenti. O, meglio, secondo la tesi della Procura era addirittura a capo dell'organizzazione che gestiva il traffico di pasticche di ecstasy. Tutto era iniziato nel 2007 quando i Carabinieri di Treviso avevano portato alla luce un contatto tra fornitori milanesi e spacciatori veneti, che si era concluso con il patteggiamento richiesto da due nordafricani concluso con una condanna a tre anni ciascuno. Il lungo e meticoloso lavoro di indagine aveva permesso di scoprire che il traffico veniva gestito in particolare nella provincia di Lecco: tanto era bastato ai militari per mettere le mani, nel mese di marzo 2007, su un sacchetto contenente 4.308 pasticche e sulle quattro persone coinvolte. Tra queste il seregnese a cui la Procura era riuscita a risalire con intercettazioni e appostamenti. Tre avevano concluso patteggiando, mentre lui aveva preferito il rito ordinario convinto di poter far valere le sue ragioni in sede giudiziaria. Il Tribunale, tuttavia, non ha creduto alla sua innocenza ritenendo fondata la tesi della Procura. Per lui dunque la condanna a 4 anni di reclusione più il pagamento di 20 mila euro e l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.