Omaggio alla famiglia Gani e l'ammainabandiera per la Giornata della Memoria

SEREGNO - Due momenti in città per commemorare la Giornata della Memoria. Dopo l'ammainabandiera alle 11, davanti alla sede municipale di via Umberto I, il sindaco Edoardo Mazza si recherà alla Ca' Bianca di via Trabattoni per rendere omaggio alla famiglia Gani, deportata ad Auschwitz, con la deposizione di una corona di alloro.

“I vagoni contenevano soltanto un po’ di paglia sul pavimento e nessun tipo di gabinetto e nessun secchio. […] Alla notte c’era appena lo spazio per dormire coricati per terra, su un fianco, e compressi l’uno contro l’altro. I vagoni erano privi di riscaldamento, e la brina si condensava all’interno”. Così Primo Levi, il 3 maggio 1971, racconta il suo viaggio ad Auschwitz durante il processo contro Friedrich Bosshammer, l’ex Sturmbannführer delle SS a capo dell’Ufficio antiebraico della Gestapo in Italia, accusato di deportazione e strage.

“E proprio per questo, per il manifesto di quest’anno, abbiamo scelto un’immagine di forte impatto: quella dei binari all’ingresso del campo di Auschwitz - Birkenau perché il treno è il simbolo tragico dell’Olocausto”. Così il sindaco Edoardo Mazza presenta il programma del Giorno della Memoria, che cade il 27 gennaio, data in cui nel 1945 venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz, la ricorrenza, istituita in Italia quindici anni fa.

“Il sistema concentrazionario nazista è da leggere in maniera lucida e razionale, oltre che commemorativa - sottolinea il sindaco -. Meno retorica possibile aiuta la conoscenza storica. Servono esempi per ricordare la shoah ai giovani. Abbiamo bisogno di ricordare l’Olocausto con vicende esemplari, come quelle della famiglia Gani, che interroghino i giovani sulla responsabilità individuale di fronte ai fatti. E senza retorica, ma in modo semplice, con il cuore, ricorderemo i 15 milioni di donne, uomini e bambini sterminati dal regime nazista”.

Martedì 27 gennaio alle 11, in via Umberto I, di fronte al palazzo municipale, si svolgerà Ammainabandiera sulle note del Silenzio, mentre alle 11.30 alla Ca’ Bianca di via Trabattoni 81, sarà deposta una corona alla lapide in ricordo della famiglia Gani: Giuseppe, Speranza e i loro tre figli, Regina ed Ester, di 17 e 15 anni, Alberto di 9, furono deportati nell'agosto del 1944. Incarcerati in via Carlini, nell'ex caserma dei Carabinieri, furono mandati prima a San Vittore, poi a Bolzano-Gries e, infine, ad Auschwitz, dove papà, mamma e il bambino furono uccisi in una delle camere a gas il giorno stesso del loro arrivo, il 28 ottobre. Le ragazze, invece, passarono la selezione di Josef Mengele, ma poi le loro tracce si persero nel campo di Bergen-Belsen.