Sciopero finito: dopo l'incontro con il Prefetto la minoranza torna in Consiglio comunale

SEREGNO - Il Prefetto ha ricevuto i gruppi di minoranza che, nelle scorse settimane, hanno annunciato lo sciopero a oltranza per la vicenda del pignoramento dell'indennità di carica di Andrea Cattaneo, presidente del Consiglio comunale, da parte di Equitalia. Sciopero finito, restano le perplessità

Avevano annunciato la volontà di incontrare il Prefetto Giovanna Vilasi per manifestare tutta la loro perplessità per una situazione che ritengono inopportuna: i gruppi di minoranza del Consiglio comunale di Seregno sono stati ricevuti lunedì pomeriggio. Al centro dell'incontro il loro sciopero a oltranza ma, soprattutto, quella che ne è stata la causa: ovvero il ruolo di Andrea Cattaneo, presidente del Consiglio comunale al quale Equitalia ha deciso di pignorare l'indennità di carica fino all'inizio del nuovo anno non avendo versato i suoi contributi previdenziali.

Più volte l'opposizione ha invocato le sue dimissioni evidenziando, di volta in volta, come sia inammissibile che una carica pubblica debba dei soldi a un ente pubblico, o che quelli che versa, alla fine siano quelli dei cittadini. O, ancora, come l'interesse privato della persona sia difficilmente conciliabile con un ruolo pubblico. Tirando le somme, l'opposizione ritiene Cattaneo delegittimato.

All'incontro con il Prefetto erano presenti William Viganò (Partito Democratico), Pietro Amati (Ripartiamo e Per Seregno Civica) e Tiziano Mariani (Noi x Seregno). 

"Al termine del lungo incontro - spiega una nota diffusa da 'Noi x Seregno' - i consiglieri, con senso di responsabilità e in segno di rispetto verso i cittadini, hanno garantito al Prefetto la volontà di ritornare a partecipare fattivamente ai lavori del Consiglio Comunale. Tuttavia, in riferimento a valori di etica politica,  il giudizio nei confronti della seconda carica istituzionale cittadina rimane in tutta la sua gravità. Ci si augura che il Presidente del Consiglio valuti ancora una volta attentamente la propria posizione, rassegnando le dimissioni a favorendo l'elezione di un Presidente più rappresentativo dell’intero Consiglio".