Seveso, festa al palasport per lo scudetto del basket

Campioni d’Italia, Campioni d’Italia, Campioni d’Italia. Lo scudetto 2012 del campionato italiano giovanile è stato cucito sulle maglie della Unipol Briantea84. Dopo una finale da leoni contro il S. Lucia Roma (44-37), detentore del titolo, i piccoli banditi di coach Giovanni Cantamessa sono riusciti a riprendersi il tricolore, mettendo in bacheca il quinto trofeo nazionale. Ad Alessandro Nava, nel giorno del suo sedicesimo complea...

Campioni d’Italia, Campioni d’Italia, Campioni d’Italia. Lo scudetto 2012 del campionato italiano giovanile è stato cucito sulle maglie della Unipol Briantea84. Dopo una finale da leoni contro il S. Lucia Roma (44-37), detentore del titolo, i piccoli banditi di coach Giovanni Cantamessa sono riusciti a riprendersi il tricolore, mettendo in bacheca il quinto trofeo nazionale. Ad Alessandro Nava, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, è stato assegnato il premio come miglior realizzatore della Final Four. Felicità al cubo. Oggi quella canturina è la formazione giovanile in assoluto più vincente in Italia, avendo inserito quest’anno nel suo palmares anche la coppa “Antonio Maglio”, trofeo che dal 2007 la Federazione italiana di basket in carrozzina assegna alla società scudettata e che viene lasciata in via definitiva solo a chi è riuscita a vestire il tricolore per tre volte. La prima a riuscirci è stata Briantea84 (2007, 2008, 2012). Dopo due finali lasciate amaramente incompiute (2010 e 2011), la Unipol non ha perso l’occasione di riscattarsi davanti ai suoi 400 tifosi e alle telecamere di Rai Sport, che per la prima volta in assoluto hanno seguito questo evento sportivo giovanile (in onda martedì 5 giugno alle 18.40 sul canale digitale terrestre Rai Sport 2). “Scoppio di gioia – ha detto un emozionatissimo Giovanni Cantamessa, l’allenatore giovanile più titolato d’Italia -. Questo scudetto è il frutto del grandissimo lavoro fatto durante questa stagione: i ragazzi hanno fatto tanta esperienza anche con la serie B e si sono fatti trovare pronti alla gara più importante dell’anno. Dopo due anni di bocconi amari e di delusione, oggi il titolo di campioni d’Italia ci fa volare”. “Alla fine del secondo quarto abbiamo vissuto un momento di crisi – ha commentato la vice Chiara Ruggieri – perché le cose non andavano come volevamo, Roma era aggressiva e noi subivamo troppo. Ci stavamo innervosendo, anche per colpa degli incubi che ci portavamo dietro. Invece dopo il break siamo riusciti a ribaltare tutto, abbiamo colmato il gap e siamo andati con determinazione a prenderci questo scudetto. Siamo i campioni d’Italia e ancora non mi sembra vero”. Padova, ultima nella classifica di questa Final Four (sconfitta nella finalina per il terzo posto da Verona), si è invece aggiudicata il prestigioso premio “Fair Play” della Fondazione Candido Cannavò, consegnato direttamente dalle mani del figlio di Candido, Alessandro Cannavò, e della moglie Franca, da sempre grandi tifosi dello sport paralimpico. Anche Alfredo Marson, per il grande impegno portato avanti negli ultimi trent’anni in favore dei giovani sportivi con disabilità, è stato premiato dal presidente della Fipic (Federazione italiana pallacanestro in carrozzina ) Fernando Zappile, che ha voluto personalmente ringraziarlo e spronarlo a continuare su questa strada.

“Non ci sono parole per descrivere questo momento, anche perché la voce l’ho persa durante la partita – ha detto Alfredo Marson, avvolto in un mantello tricolore, ai suoi campioni -. Sono orgoglioso di questo gruppo che vedo crescere giorno dopo giorno. Abbiamo vinto tanti scudetti ormai ma ogni volta è sempre un’emozione indescrivibile, anche perché i ricordi sono legati alle persone che in parte sono cambiate: ho visto giocatori entrare in Briantea e a vent’anni vestire oggi la maglia della nazionale italiana, questa è la ragione per cui credo sempre più fortemente nel progetto sportivo che stiamo costruendo: sport e giovani, questo binomio è per me sacro”. “In Europa non esiste un movimento di basket in carrozzina per piccoli – ha concluso

Maria Stella Maglio, moglie di Antonio Maglio, storico fondatore della sport terapia in Italia – e il nostro impegno nei prossimi anni sarà proprio orientato in questa direzione. Dobbiamo dare a tutti i ragazzi l’opportunità di realizzarsi attraverso lo sport”.