Seveso: le mani della Unipol Briantea84 sulla Supercoppa

L’egemonia della Unipol continua. Nella bacheca della Briantea84 entra la prima Supercoppa della sua storia. Al Santa Lucia Roma va l’onore di essere, come sempre, l’avversario più ostico e dannatamente pericoloso in circolazione, ma di questo blasone morale non si riempiono i libri di storia. Mentre un nuovo ciclo si è ufficialmente aperto, quello biancoblù: la sfida tra le due dominatrici della passata stagione si è riproposta, identica e dunque spettacolare, anche a Palermo, sede per la pr...

L’egemonia della Unipol continua. Nella bacheca della Briantea84 entra la prima Supercoppa della sua storia. Al Santa Lucia Roma va l’onore di essere, come sempre, l’avversario più ostico e dannatamente pericoloso in circolazione, ma di questo blasone morale non si riempiono i libri di storia. Mentre un nuovo ciclo si è ufficialmente aperto, quello biancoblù: la sfida tra le due dominatrici della passata stagione si è riproposta, identica e dunque spettacolare, anche a Palermo, sede per la prima volta di un trofeo italiano. Con il risultato di 64-61 la Unipol ha messo le mani sul gioiello mancante, andando idealmente a completare il grande slam del 2013 Coppa Italia-Vergauwen Cup-Scudetto. Si annunciava una battaglia e le promesse sono state mantenute. Se un biglietto fosse stato pagato dai 500 ragazzi palermitani presenti al Palauditore, sarebbe stato ben speso. L’inizio è tutto per i capitolini: il pressing a tutto campo della Unipol non riesce a fermare il cecchino Cavagnini, tiratore la cui pericolosità è ormai negli annali del basket in carrozzina nazionale, autore nel primo quarto di 8 dei 15 punti romani. Dovendo scontare l’assenza della torre Simone Rossetti, che nel match di campionato aveva piegato la difesa biancoblu, il capitano del Santa Lucia si carica sulle spalle la squadra e la sua voce è potente. Alla prima sirena i romani conducono per 15-11. L’aggancio della Unipol arriva col canestro di Brian Bell che vale il 16-16, a 2’ dall’inizio del secondo quarto. S’inizia a fare sul serio. Ed è sempre la guardia americana a spadroneggiare, con una striscia positiva di 6-0 che tiene i biancoblu ben incollati alle spalle del Santa Lucia. Il primo sorpasso Unipol è siglato da Joakim Lindblom per il 19-18, ma è un vantaggio che dura poco perché il contropiede di Adolfo Berdun non perdona (suo quello del 19-22 e più avanti per il 29 pari). La sfida a distanza nel secondo quarto è tutta tra l’italo argentino con casacca gialloblu (10 punti di filato) e l’americano trasferito a Cantù, che colpo su colpo tentano di buttare avanti la testa e il cuore. È tutto un equilibrio sopra la follia, cantava Vasco. Forse si riferiva anche a questo genere di emozioni. Le due squadre vanno a riposo su un apertissimo 31-32. Per sbloccare la situazione coach Di Giusto gioca la carta Stupenengo, guardia di 25 anni, e ci azzecca: suo il primo canestro, per il 31-34 del Santa Lucia. Ma la Unipol non sta a guardare, Bienek e Lindblom prendono le redini del gioco e compongono lentamente il mosaico, tessera su tessera, un lavoro di fino, con Roma sempre pronta a smontare ogni mattoncino posato. La tripla di Moukhariq fa saltare di nuovo i conti (42-43), ma Lindblom – vero uomo-partita 23 punti e 9/14 da 2 – sul finire del terzo periodo costruisce il primo interessante vantaggio dei brianzoli e Bell lo rende più profondo con il 50-46 della terza sirena. Nulla può dirsi eterno, tutto è volatile e imprevedibile in questa prova di resistenza titanica. La Unipol, a differenza del primo opaco confronto sul campo di Roma, questa volta non intende abbassare la testa. Per il quintetto di Malik Abes, il massimo vantaggio di +7 (56-49) arriva quando mancano gli ultimi 5 sudatissimi minuti di gioco: è di Brian Bell, rotolato a terra dopo aver infilato la retina più ricca. La Unipol poi vola anche a +9 con Bienek (60-51) e 2’ ancora sul cronometro sembrano un’eternità. Roma si riavvicina di nuovo, con i liberi di Berdun (62-55) ma Bell fa la magia, fa sparire il pallone e lo fa riapparire dentro il canestro per ristabilire le giusto distanze (64-55). Tripla di Berdun per dimostrare che Roma non molla. Sagar e Bienek fanno 0/4 dalla lunetta, sprecando il bonus falli e permettendo al Santa Lucia di tentare l’impresa con la nuova bomba da 3 di Berdun (saranno 5/13 a tabellino) per il 64-61 a 3 maledettissimi secondi dalla fine. La Unipol, però, gioca bene le sue ultime e vitali carte, mantiene il possesso con Lindblom, non subisce fallo e la sirena congela tutto: la delusione di Roma e la spericolata vertigine dei biancoblu, ancora protagonisti. “Questa vittoria è stata diversa dalle altre – ha commentato il capitano Nicola Damiano – e soprattutto dobbiamo dedicarla a chi ci ha permesso di arrivare a giocarcela, ovvero i compagni di squadra che erano con noi l’anno scorso. È stata una battaglia incredibile, come sempre quando si gioco contro grandissime squadre come il Santa Lucia”. “Il quarto trofeo di questo 2013 strepitoso, più felici di così non potremmo essere – ha aggiunto coach Abes -. È una vittoria della squadra, abbiamo lavorato tanto nelle ultime settimane e tantissimo nei giorni che precedevano questo appuntamento. Sapevamo che potevamo farcela, è stato un anno che non dimenticheremo. Ieri sera, dopo la video analisi, ho fatto vedere ai ragazzi una foto con scritto ‘Abbiamo vinto tutto’, ma ho spiegato che per poter veramente dire questa cosa, avremmo dovuto prenderci anche la Supercoppa. Ce l’abbiamo fatta, abbiamo giocato molto bene, pensato molto e il lavoro paga sempre”.