Bovisio M.: Ghianda, l'uomo che firma il legno

Definirlo uomo di bottega, anche se a lui molto probabilmente farà piacere, è un termine riduttivo: per molti è un artista, un maestro... addirittura "il poeta del legno". È
Pierluigi Ghianda, uno dei cittadini di Bovisio Masciago più conosciuti e apprezzati ben al di fuori dei confini del paese. Anzi, del Paese con la "p" maiuscola visto che la sua fama ha superato gli oceani. Ora l'amministrazione comunale lo celebra attraverso la prima visione del documentario prodotto da...

Definirlo uomo di bottega, anche se a lui molto probabilmente farà piacere, è un termine riduttivo: per molti è un artista, un maestro... addirittura "il poeta del legno". È

Pierluigi Ghianda, uno dei cittadini di Bovisio Masciago più conosciuti e apprezzati ben al di fuori dei confini del paese. Anzi, del Paese con la "p" maiuscola visto che la sua fama ha superato gli oceani. Ora l'amministrazione comunale lo celebra attraverso la prima visione del documentario prodotto da Studiolabo in collaborazione con Patrizio Saccò e Bottega Ghianda. Interventi di Gae Aulenti, Luca Bergo, Cini Boeri, Piero Castiglioni, Aldo Cibic, Philippe Daverio, Marco Zanini.

L'appuntamento è per oggi, domenica 6 maggio, alle 16.30 al centro polifunzionale "La Campanella" di piazza Anselmo IV. L'evento, patrocinato dal Comune, permette attraverso la presentazione della figura di Pierluigi Ghianda, di analizzare il rapporto tra artigianato e design negli anni 60-70, il fenomeno Brianza e la nascita del concetto del "made in italy" che oggi innalziamo a punto di riferimento: sinonimo di qualità e "del saper fare". Dal sito dell'illustre concittadino abbiamo estratto questa presentazione che permette di capire meglio la sua dimensione professionale:

Pierluigi Ghianda è stato definito "il poeta del legno", per l'amore con il quale lo lavora, per la sua sapiente conoscenza di questa materia viva - che non muore mai, nemmeno dopo centinaia di anni - e per il profondo rispetto che le manifesta. Nella sua Bottega, quando si congiunge la parte di un mobile con un'altra, non si usano chiodi - per non "ferire il legno" - ma incastri, dai più semplici ai più complessi, come in Kyoto (Frattini), il suo capolavoro, un tavolo generato da 1705 incastri fino a formare una texture di 1600 fori quadrati su cui giocano luci ed ombre. I suoi prodotti, realizzati in essenze pregiate come il bois de rose e l'ebano, oppure nel più comune legno di pero, sono sempre eseguiti con una perfezione rara, levigati e politi con mano esperta e paziente. Richiesto dalle aziende più prestigiose (Hermès, Rolex, Knoll, Rosenthal, ClassiCon, Dior, Memphis, Rochas, Pomellato, De Padova, Loro Piana, Thomas) ha collaborato con i designers più famosi (Aulenti, Bellini, Frattini, Max Bill, Boeri, i Castiglioni, Sottsass, i Vignelli, Monzini, Raggi e Puppa, Sapper, Eileen Gray, i Noorda, Barokas, Cibic, Slegten & Toegemann, e molti altri) è all'opera da oltre settant'anni con quell'entusiasmo e quell'amore che fanno di lui un ebanista d'antico stampo, paragonabile solo ai grandi maestri del passato.