"Naturale, artificiale, coltivato": cultura e solidarietà in villa Cenacolo

LENTATE SUL SEVESO - Una mostra per fare cultura e, allo stesso tempo, un'occasione di solidarietà: è "Naturale, artificiale, coltivato - L'antico dialogo dell'uomo con la natura", che sarà inaugurata questo sabato 17 ottobre alle 19 nella sala centrale di villa Cenacolo.

Ha un significato altamente culturale, tra l'altro nel puro rispetto dello spirito di Expo, ma anche un sottofondo di solidarietà: è la mostra "Naturale, artificiale, coltivato - L'antico dialogo dell'uomo con la natura", che sarà inaugurata questo sabato 17 ottobre alle 19 nella sala centrale di villa Cenacolo e sarà visitabile fino a domenica 25.

Una proposta di Avsignam in collaborazione con Avsi e con il patrocinio del Comune per sostenere le opere della Custodia di Terra Santa in Siria.

La mostra nasce da due spunti: il tema dell'Esposizione Universale ("Nutrire il pianeta, energia per la vita") e l'enciclica "Laudato si' " di Papa Francesco. Partendo da qui gli organizzatori della mostra hanno voluto approfondire il significato e le modalità del dialogo dell’uomo con la natura che è antico quanto la presenza stessa dell’uomo sulla terra.

Alla fine dell’ultima glaciazione, infatti,  tra 12.000 e 9.000 anni fa, avvenne la più grande rivoluzione della storia della specie umana. In diverse regioni del pianeta - nella Mezzaluna fertile (Vicino Oriente), nelle valli dello Yangtze e del Fiume Giallo in Cina, in Mesoamerica (Messico centro-meridionale) e sulle pendici delle Ande in Sudamerica, nell’Africa sub sahariana - piccoli gruppi di uomini fino ad allora cacciatori-raccoglitori nomadi, indipendentemente gli uni agli altri inventarono l’agricoltura. Per la prima volta nella storia, l’uomo diventò capace di controllare la fonte del proprio sostentamento.

È l’annuncio di un cambiamento epocale: alcune piante selvatiche vengono domesticate e in breve tempo diventano dipendenti dall’uomo, non essendo più capaci di sopravvivere da sole allo stato naturale. A sua volta l’uomo cambia profondamente: ora dipende per il suo cibo dalla cura con cui alleva le piante, più che dalla sua forza fisica. I gruppi umani diventano stanziali, aumenta la densità di popolazione, nascono villaggi e città e con essi la storia, la civiltà come noi la conosciamo. È l’inizio di un cammino che non si è più fermato: da allora, nuove specie da coltivare sono state introdotte, sono avvenuti mutamenti imponenti del territorio (i campi coltivati al posto della foresta, i canali per l’irrigazione, ...) e trasformazioni produttive.

La mostra si propone di sostenere le opere della Custodia di Terra Santa in Siria. Le opere della Custodia di Terra Santa in Siria dove, dal 2011, si combatte una guerra civile che ha falciato 200 mila morti e generato un mostro chiamato Stato Islamico. La città di Aleppo, una delle più antiche del mondo, è stata distrutta. I cristiani vengono perseguitati. Sulla strada di Damasco, dove è iniziata la tradizione cristiana, paura e violenza sono all’ordine del giorno. «Stare con la gente, accogliere e assistere chi si trova nel bisogno, senza distinzione di razza, religione e nazionalità, soprattutto in momenti come questi, è il senso della missione francescana in Siria». Così afferma Pierbattista Pizzaballa, il Custode di Terra Santa. Con le tende, Avsi vuole sostenere le attività della Custodia di Terra Santa, coordinate dall’Associazione pro Terra Sancta con i frati francescani della regione San Paolo (Libano e Siria). In Siria i frati minori sono presenti in diverse zone: a Damasco, Aleppo, Lattakiah e in alcuni villaggi della valle dell’Oronte. I dispensari dei conventi francescani così come le chiese, secondo la tradizione della Custodia, durante le guerre diventano luogo di rifugio e accoglienza per tutti, senza alcuna differenza fra etnie.

Sabato in occasione dell'inaugurazione della mostra, sarà presente il professor Carlo Soave. Dopo gli studi classici presso il Liceo Berchet Milano si laurea in Medicina e Chirurgia (cum laude) presso l’Università degli Studi di Milano nel 1966. Si dedica da subito a ricerche di genetica presso il laboratorio del prof Giorgio Bernardi “Centre de Récherches sur lés Macromolécules”, Strasburgo, Francia occupandosi di DNA satelliti e di enzimi idrolitici del DNA. 
Diventa ricercatore del CNR presso l’Istituto Biosintesi Vegetali a Milano dove compie ricerche sui piccoli RNA coinvolti nella sintesi proteica. Nel 1972 inizia una collaborazione con il prof Francesco Salamini sulla genetica delle proteine di riserva del mais, culminate con la scoperta del sistema poligenico preposto alla sintesi di queste proteine ed alla identificazione e clonaggio dei geni regolatori. 
Nel 1986 diventa professore ordinario di Genetica Agraria presso l’Università della Basilicata e nel 1992 professore ordinario di Fisiologia Vegetale presso l’Università degli Studi di Milano. Qui si dedica allo studio della genetica e fisiologia del trasporto di soluti nella specie modello Arabidopsis thaliana con particolare attenzione ai problemi dell’omeostasi del ferro in connessione con l’anemia sideropenica da carenze nutrizionali.
E’ autore di 151 pubblicazioni, per la gran parte su riviste internazionali “peer re viewed. E’ stato docente di corsi di genetica, citogenetica, biologia generale, fisiologia vegetale, bioenergetica e biotecnologie alimentari