Alluvione: in città 200 danneggiati, solo una quarantina prenderanno i soldi

MEDA - Un incontro dai toni accesi in sala consiliare sul tema del risarcimento dopo le alluvioni, poi una certezza: non tutte le persone danneggiate riusciranno a intascare il risarcimento. Chi lo scorso anno non ha presentato la famosa "Scheda B" richiesta da Regione Lombardia, non dovrebbe ricevere nemmeno un euro

In mezzo a tanta confusione una certezza c'è. E non è piacevole per tutti: i soldi per gli eventi calamitosi accaduti nel mese di luglio e in quello di novembre 2014 arriveranno. Ma su circa 200 famiglie danneggiate, saranno soltanto una quarantina quelle che hanno diritto di percepire il rimborso. E, probabilmente, ancora meno quelle che valuteranno di presentare la domanda.

Lo rivelano dal municipio, nel tentativo di frenare tutti coloro che ora sono pronti a rivolgersi a un tecnico per presentare la perizia richiesta: "La delibero del 28 luglio 2016 del Consiglio dei Ministri - spiegano - è molto chiara e ammette al risarcimento soltanto coloro che hanno presentato la famosa "Scheda B". Non è la prima richiesta nell'immediatezza delle due esondazioni, bensì quella voluta da Regione Lombardia nel 2015. Chi non l'ha presentata non dovrebbe incassare un solo euro".

Poi, si sa, siamo in Italia. E non è detto che con qualche ricorso si possa fare ammettere anche gli altri. Tuttavia, a oggi, è meglio considerare che in assenza della presentazione della "Scheda B" il risarcimento non è ammissibile. Prima di pagare un tecnico per la perizia, questo aspetto è da considerare.

Nel frattempo lunedì sera, in sala consiliare, il sindaco Gianni Caimi ha incontrato i cittadini interessati dalle alluvioni proprio per spiegare le novità e fare chiarezza sulla documentazione. Un incontro, tuttavia, dai toni piuttosto accesi, con uno scontro verbale tra il primo cittadino e alcuni presenti.

Lui, però, all'indomani si mostra sereno. "Per me l'incidente è chiuso. Se una persona si comporta in modo maleducato, è giusto farglielo notare. Onestamente mi è dispiaciuto il rimprovero, perché credo che come amministrazione comunale abbiamo fatto tutto il dovuto e anche molto di più".

Caimi entra nei dettagli: "Siamo una delle poche amministrazioni comunali che hanno fatto informazione sul tema dei risarcimenti, mettendo a disposizione anche operatori. Abbiamo fatto una serata per aiutarli ulteriormente. Ci siamo resi disponibili anche con Aipo per poter intervenire sul corso d'acqua con gli interventi che riterranno necessari, ma neanche si sono degnati di indicarceli. Abbiamo di conseguenza affidato l'incarico a uno studio privato, per tutta l'asta del fiume, progetto che poi faremo validare ad Aipo e cercheremo di trovare risorse per eseguire i lavori. Credetemi, abbiamo davvero a cuore la situazione. Chi dice che non abbiamo fatto niente, straparla e dice sciocchezze. Durante la serata ho anche sentito dire che nel corso di una telefonata alcuni avrebbero appreso da Aipo che non siamo rimasti immobili. Vengano qui i dirigenti di Aipo a dirmelo: io li ho convocati un anno e mezzo fa, li sto ancora aspettando. Stiamo facendo noi il progetto perché loro sono inottemperanti. I tempi? Quelli non li conosco, è tutto in mano ai tecnici. Il progetto però è corposo e va dalle vasche di laminazione di Carugo fino a Milano. Noi, nel frattempo, abbiamo fatto interventi nella Valle di Mezzo e in alter zone per 150 mila euro. Mi metto nei panni dei cittadini che trovano in noi l'interlocutore, cerchino anche loro di capire perché ho reagito in modo deciso a fronte di certe affermazioni basate sul nulla".

Per quanto lo riguarda, comunque, la serata è stata utile: "Sono particolarmente soddisfatto. Con piacere ho notato che a fine serata molti cittadini si sono avvicinati per fare domande in modo molto corretto e rispettoso".

A serata conclusa, la Polizia locale resta a disposizione per dare le necessarie informazioni. Intanto circola già l'entità degli importi risarcibili: 300 per ogni vano, fino a un massimo di 1.500 euro.

Prima di tutto, però, serve la perizia. Con tre avvertenze: se manca la "Scheda B", il cittadino rischia di farla inutilmente. La seconda avvertenza è quella di avere l'immobile perfettamente in regola sotto ogni punto di vista. La terza, invece, riguarda l'opportunità: fare bene i conti per valutare se i soldi che potrebbero arrivare sono di importo maggiore rispetto al costo della perizia. Oltre al danno, altrimenti, si rischia pure la beffa.


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1 commenti

Gianni Del Pero :
Un articolo che fa chiarezza sulla confusione del sindaco sull'argomento: "Se una persona si comporta in modo maleducato, è giusto farglielo notare" dice Caimi. E allora lo facciamo notare, visto che non se n'è accorto: il sindaco si è comportato in modo maleducato insultando tutte le 53 persone (e non tre come vorrebbe far credere) definendoli cafoni animali. Dice ancora Caimi: "ci siamo resi disponibili anche con Aipo per poter intervenire sul corso d'acqua" ma poi "Vengano qui i dirigenti di Aipo a dirmelo: io li ho convocati un anno e mezzo fa, li sto ancora aspettando" (l'ing. Morgese di AIPO è venuto più volte a Meda, incontrando cittadini e amministratori, ma forse Caimi si è distratto). E poi "(i cittadini) neanche si sono degnati di indicarceli (gli interventi necessari). Distratto il sindaco anche in questo caso perchè ha ricevuto verbalmente e per iscritto sia da cittadini che da tecnici del settore l'indicazione dei tre punti a monte ed a a cavallo del Ponte di Via Luigi Rho dove si deve intervenire. Ultima distrazione/confusione: "abbiamo dato un incarico per tutta l'asta del fiume" (l'incarico lo ha dato il Comune di Mariano e riguarda solo il Tarò/Certesa) Il progetto va dalle vasche di laminazione di Carugo fino a Milano (si riferisce agli interventi di laminazione del Seveso, curati da AIPO, che non coinvolgono Meda, con la vasche di laminazione a Lentate (progetto definito pronto), Varedo (progetto definitivo), Senago (consegna dei lavori effettuata), e Milano Parco Nord (in discussione). | venerdì 16 settembre 2016 12:00 Rispondi