Ivan Cruz: da Meda a Siviglia per studiare come combattere la sclerosi multipla

MEDA - Si parla tanto di cervelli in fuga. Noi abbiamo un altro esempio brianzolo: Ivan Cruz, 28 anni, che ha lasciato Meda e l'italia per andare a Siviglia in Spagna. Con una laurea con lode in Biologia molecolare. Lui, tuttavia, non vuole parlare di fuga ma di opportunità che ha dovuto cogliere al volo.

E’ nato a Seregno  28 anni fa, figlio di Renza Rho (mare di Meda, origini doc) e di Michele che è venuto a mancare quando lui era ancora adolescente. Ivan Cruz, che ha un fratello, Alessandro di 31 anni, si è da poco trasferito in Spagna a Siviglia dopo essersi laureato in Biologia Molecolare presso l’Università di Urbino. Percorso di studi completato con il massimo dei voti e con lode. Con molta disponibilità e semplicità, ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Ci vuoi raccontare un poco di te?
La mia vita non ha mai avuto un luogo fisso. Qui a Meda ho bellissimi ricordi dell’infanzia e della scuola, la San Giorgio e le scuole medie Anna Frank. Fin da piccolo mi sono sempre piaciute le materie scientifiche e ho sempre avuto grande interesse per l’insegnamento. Per questo motivo inizialmente ho iniziato gli studi della Scienze della Formazione (le ex magistrali) a Seregno. Terminato il biennio, decido di traferirmi a Rimini dai miei zii e sarà lì dove svolgerò il trienno per poi diplomarmi nel 2007. Come ultima tappa italiana, lo stesso anno mi trasferisco per tutta la durata della carriera universitaria (5 anni) in una delle città più emblematiche del centro Italia e grande potenza durante il Rinascimento: Urbino. Gli studi universitari sono stati possibili grazie alla vincita annuale della borsa di studio.

Come è stata l’esperienza universitaria?
I cinque anni ad Urbino sono stati degli anni che mi hanno fatto crescere moltissimo, tanto a livello personale come a livello di conoscenze proprie delle Scienze Biologiche. Il contatto con i professori è strettissimo e credo che sia la chiave per apprendere con più facilità, interesse e mettersi in gioco diciamo.

È stato difficile adattarsi?
Sono una persona che si adatta a qualsiasi situazione e mi piace integrarmi nel luogo in cui vivo e conoscere il territorio che mi circonda. Questo ad Urbino, è stato possibile anche grazie al fatto che ero volantario tanto di Croce Rossa, come di Protezione Civile di un comune adiacente, città natale del Bramante: Fermignano. Sono delle esperienze che aiutano molto.

Quando nasce la tua passione verso la ricerca?
Il mio interesse verso la ricerca è nata a seguito della preparazione della tesi triennale. Scelsi di svolgere un lavoro di tipo sperimentale e verso la fine del secondo anno di Università, già girovagavo nei laboratori dell’Istituto di Chimica Biologica. È qui che grazie ai costanti insegnamenti e alla grande pazienza da parte della dottoressa Palma ho ricevuto le basi sulle quali poi si sarebbe costruita tutta la mia formazione scientifica.

Perché Siviglia?
Siviglia è stata una vera e propria casualità. È la città dove svolsi durante il mio ultimo anno, nel 2012, un periodo di tre mesi di tirocinio, grazie alla vincita di una borsa Erasmus Placements. Fin da subito mi ricevettero a braccia aperte. Vedendo le mie capacità e il mio interesse, mi offrirono di continuare con loro per svolgere gli studi di Dottorato. Il fatto di trasferirmi a Siviglia fu una decisione ragionata. Da buona mente scientifica, mi piace riflettere sulle cose e non precipitarmi, anche se ogni tanto ci vuole un po’ di impulso.

Significa che sei pentito?
Assolutamente no. Quando dico decisione ragionata, significa che si calcolano lati positivi, negativi, tanto presenti, come futuri. È difficile che mi penta delle mie decisioni.

Di cosa ti occupi?
Al momento seguo due linee di ricerca che sono tra di loro abbastanza lontane. Da una parte mi occupo dello studio degli effetti di un alimento funzionale sullo stato antiossidante e immunologico. In particolare abbiamo da poco terminato un saggio clinico, nel quale parteciparano più di trenta persone. I risultati ci incentivano a proseguire e studiare più a fondo questi effetti. Dall’altra mi occupo dell’utilizzo della melatonina come possibile trattamento per la sclerosi multipla. Sono ormai diversi anni che stiamo indaganado sugli effetti molecolari che la melatonina può esercitare su questa malattia e siamo davveri contenti di tutti i risultati che stiamo ottenendo. Questi studi sono possibili grazie all’uso del modello animale sperimentale, senza il quale sarebbe impossibile trovare delle cure efficaci e sicure. Abbiamo partecipato in vari congressi internazionali, mostrando i vari lavori che stiamo portando avanti e abbiamo pubblicato recentemente due lavori molti importanti che mostrano l’efficacia della melatonina sulla sclerosi multiple.

Che cosa farai nel prossimo futuro?
Per ora è il Ministerio de Educación, Cultura y Deporte (MECD) che si è preso la responsabilità della mia formzione fino alla fine del 2018. Quasi due anni fa ho vinto una borsa di studio molto prestigiosa qui in Spagna ed è questa che mi sta permettendo tanto di lavorare nell’ambito della ricerca come nell’ambito strettamente accademico. Infatti, ho da poco iniziato a far lezione agli alunni del secondo anno della Facoltà di Medicina. Questo è il mio sogno che coltivo fin da piccolo e spero che poco a poco possa arrivare alla meta.

Tornerai in Italia?
Bella domanda. È difficile risponderle. La ricerca è un punto interrogativo per definizione. Da qui alla fine della mia borsa di studio possono succedere moltissime cose. Tre anni passano veloci è vero, ma non si sa mai che cosa ci riserva il futuro, quanto meno per me. L’Italia è la mia patria, se ci sarà la possibilità di tornare mi farebbe solo piacere.

Possiamo parlare di “cervelli in fuga”?
No. Non sono di questa idea. Oltretutto se volessi analizzare la mia situazione, io potevo scegliere se continuare gli studi di dottorato ad Urbino o iniziare una nuova esperienza a Siviglia. Cervelli in fuga no, semplicemente perchè quello che succede in italia succede anche qua in Spagna, come succede in moltissimi altri paesi. Io italiano sono venuto qua in Spagna a lavorare, così come ho amici spagnoli che sono andati in Italia a lavorare. Un po’ un controsenso, no?

Rina Delpero