L'opposizione "processa" Molteni: "Dev'essere un arbitro super partes"

MEDA - Cinque consiglieri di opposizione, in rappresentanza di quattro gruppi, chiedono di discutere in Consiglio comunale dell'atteggiamento del presidente Bruno Molteni. La minoranza ha presentato una mozione esprimendo già forti perplessità.

Quattro gruppi consiliari mettono in discussione Bruno Molteni, presidente del Consiglio comunale. O, meglio, chiedono di valutare il suo comportamento "ai fini della funzionalità ed efficacia dei lavori consiliari e delle commissioni".

"La richiesta - commenta Vermondo Busnelli, capogruppo della lista civica Meda per Tutti - contiene anche un giudizio critico e negativo che è proposto alla discussione e alla valutazione dell’intero consiglio comunale, con l’obiettivo di assumere decisioni che favoriscano la ripresa della piena funzionalità ed efficacia dei lavori consiliari e delle commissioni".

Con lui anche la lista "Con Buraschi per Meda", Lega Nord e "Sinistra e Ambiente" evidenziano - come prevede il regolamento consiliare - che nell’esercizio delle sue funzioni, il presidente del consiglio comunale "deve ispirarsi a criteri d’imparzialità ed equità”. E ancora, deve dimostrare “formale distinzione di funzione e di ruolo rispetto a quelli di capogruppo politico”. 

"Nessuno - spiegano i firmatari della  mozione - ha spinto Molteni ad accettare il ruolo di presidente del consiglio comunale di Meda e lo stesso non aveva alcun obbligo a ricoprire questa carica. Ma, dal momento in cui ha dato la sua disponibilità, ha assunto il dovere di rispettare le regole del suo mandato. Peraltro questa attività prevede un’indennità annuale di 18.396 euro".

"Più volte - aggiunge Busnelli - e con ogni tipo di argomentazione, insieme con gli altri consiglieri firmatari, avevo sollecitato il presidente Molteni a modificare atteggiamento, a mettere da parte le sue personali richieste e dare maggiore ascolto alle diverse voci nelle commissioni e in consiglio. In particolare, per l’aggiornamento del regolamento e dello statuto, bastava che eliminasse le sue intromissioni estemporanee (imposte con la sua carica di presidente) e lasciasse terminare con successo il lavoro intenso e collaborativo della commissione, presieduta prima da me e poi da Luca Santambrogio, con il cambio di amministrazione. Questo comportamento ha causato due gravi problemi al funzionamento dei lavori: ha bloccato le attività delle commissioni, specialmente di quella del regolamento e statuto e ha vanificato il programma di approvazione dei numerosi articoli che avrebbero modernizzato l’attuale regolamento e statuto, discussi e concordati con ampio consenso tra i diversi gruppi".