Cannabis terapeutica: se ne parla in Regione Lombardia

Ieri mattina al Pirellone, in Commissione Sanità, si è svolta l'audizione con i promotori del progetto di legge di iniziativa popolare sulla cannabis terapeutica. Attualmente in Lombardia è possibile usufruirne solo in ambito ospedaliero

“L’accesso all’utilizzo della cannabis a scopi terapeutici è già contemplato nelle regole di sistema varate nel 2015 dalla Giunta regionale, che recepiscono il decreto del Ministro Lorenzin e indicano espressamente le modalità di prescrizione e le tipologie di pazienti che ne possono beneficiare in Lombardia. Valuteremo prossimamente se sarà necessario approvare altri provvedimenti in Consiglio regionale che meglio definiscano e completino quanto già previsto”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Sanità Fabio Rolfi (Lega Nord), al termine dell’audizione con i soggetti promotori della proposta di legge regionale di iniziativa popolare che introduce nuove disposizioni in materia di farmaci cannabinoidi, modificando così la legge regionale n.33 del 2009.

L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, presieduto da Raffaele Cattaneo, nel febbraio scorso aveva già provveduto a dichiarare ammissibile tale proposta di legge regionale di iniziativa popolare, che era stata depositata il 28 gennaio corredata da 6.032 firme. Regione Lombardia ha recepito il Decreto Lorenzin che prevede l'utilizzo della cannabis terapeutica, ma attualmente in Lombardia è possibile usufruirne solo in ambito ospedaliero. La proposta di legge chiede invece, tra l’altro, di consentire anche l'utilizzo domestico della cannabis a scopo terapeutico, somministrabile tramite vaporizzatori, spray, oli essenziali o aerosol. 

All’audizione di ieri mattina sono intervenuti il rappresentante del movimento radicale italiano Marco Cappato, i medici Giovanni Careddu e Widmer Scaioli, e Stefano Bertelli, paziente che fa ricorso alla cannabis terapeutica e che ha portato la propria testimonianza sui metodi di cura a cui si è sottoposto. 

I promotori del progetto di legge di iniziativa popolare, nel ricordare l’impegno dell’Associazione Luca Coscioni, hanno sottolineato la necessità di un approccio al tema che deve essere di carattere scientifico e non ideologico, affermando che i cannabinoidi in diversi ambiti della medicina possono sostituire validamente i farmaci tradizionali, spesso ottenendo risultati migliori nel percorso di cura. In particolare è stato evidenziato il problema dei costi dei farmaci cannabinoidi, motivo che in molti casi induce il paziente stesso a rinunciare all’utilizzo della cannabis per uso terapeutico.

“E’ un tema che fa discutere, e siamo consapevoli che ogni eventuale decisione nel merito dovrà essere assunta sulla base di contributi e dati prettamente di carattere medico e scientifico, abbandonando ogni schema e preconcetto ideologico – ha aggiunto il Presidente Fabio Rolfi -. Per questo motivo da oggi cominciamo in Commissione un percorso di approfondimento serio e rigoroso, riservandoci di sentire su questa problematica nelle prossime settimane il maggior numero possibile di soggetti con l’obiettivo di acquisire un ampio bagaglio di informazioni”.

“Come Partito Democratico abbiamo presentato anche noi un progetto di legge in materia, con l’obiettivo di accelerare e sostenere il percorso di approvazione di questa legge di iniziativa popolare – ha detto la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi (PD) -. Siamo convinti che da sole le regole amministrative vigenti non siano sufficienti ad assicurare l’accesso diretto all’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico, serve invece uno specifico provvedimento di legge da approvare con urgenza visti anche i costi elevati di cui i pazienti devono farsi carico nel ricorso ai farmaci cannabinoidi”.

All’audizione in Commissione Sanità erano presenti anche i Consiglieri regionali Fabio Fanetti (Lista Maroni) e Iolanda Nanni (M5Stelle).


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