Studio epidemiologico: la mappa dei fumi fa litigare il Comune e Bea

DESIO - Un acceso confronto tra l'amministrazione comunale e il presidente di Brianza Energia Ambiente. La causa è la mappa di ricaduta dei fumi del forno inceneritore, che il Comune sostiene di aver chiesto senza successo. Scatenando la reazione di Bea

Un botta e risposta dai toni particolarmente acceso quello tra l'amministrazione comunale di Desio e Brianza Energia Ambiente Spa. Al centro di tutto lo studio epidemiologico da tempo annunciato. E finalmente organizzato con il coinvolgimento dei Comuni limitrofi nonché con esperti del settore.

A far discutere un documento importante: la mappa di ricaduta dei fumi. Che il Comune, attraverso l'assessore Stefano Guidotti, sostiene di aver richiesto a Bea senza ottenere nulla, se non la risposta che non si tratta di un documento obbligatorio. Lo stesso assessore, dopo la risposta piccata del presidente di Bea, ha diffuso una sua lettera alla stampa:

"Ci sorprende molto la veemenza con cui la presidente di Bea, Daniela Mazzucconi, respinge accuse che nessuno le ha mosso. Nessuno ha accusato Bea di aver allungato i tempi dello studio epidemiologico, nessuno ha accusato lei personalmente di non aver messo a disposizione la mappa di ricaduta fumi, nessuno ha accusato Bea di non avere la documentazione in regola. Quello che ho affermato nella conferenza stampa, è che la società Bea, che esiste da ben prima che l’ex senatrice Daniela Mazzucconi ne fosse nominata alla presidenza, non ha mai ottemperato alla richiesta del comune di avere la mappa di ricaduti fumi.

Alla domanda di quando sia stata formulata tale richiesta, rispondiamo fornendo, a titolo esemplificativo e non esaustivo, un breve elenco delle richieste fatte.
- Il 26 aprile 2012, l’allora assessore all’igiene urbana Vinci scrisse una lettera ad ARPA (prot. 13106/GS), in cui si lamentava che, a tre mesi dalla richiesta, ARPA non avesse fornito il preventivo di spesa per l’elaborazione delle mappe di ricaduta. ARPA si giustificò dicendo che dette mappe sarebbero state parte della documentazione che avrebbe dovuto essere prodotta dalla società [Bea] per il rinnovo della VIA (Valutazione Impatto Ambientale).
- Il 24 maggio 2012 (prot. 16029 SG/cc) il responsabile del SUAP (Servizio Unico Attività Produttive) mandò una lettera a Bea e, per conoscenza, a Regione Lombardia, in cui chiese che, nell’ambito del procedimento di rinnovo dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), fosse prodotto uno studio sulle mappe di ricaduta degli inquinanti e che detta documentazione fosse inviata anche a tutti gli enti coinvolti nel procedimento.
- Il 19 giugno 2012 si tenne la conferenza dei servizi per l’istruttoria del rinnovo dell’AIA. Per il comune erano presenti il sindaco Corti e il dirigente dell’ufficio tecnico, per Bea A. Cambiaghi (attuale direttore generale di Bea). Il comune, oltre ad esprimere la propria contrarietà all’aumento della potenzialità dell’impianto, richiese uno studio di ricaduta degli inquinanti.
- Il 13 novembre 2012 il comune di Desio, nelle persone del sindaco e del dirigente dell’ufficio tecnico, ribadì alla Regione Lombardia che riteneva imprescindibile per il rinnovo dell’AIA, la produzione di uno studio di ricaduta degli inquinanti e che tale passaggio dovesse essere preliminare a qualsiasi rilascio di autorizzazione.
- Infine il 4 aprile 2013, durante la conferenza dei servizi per il rinnovo dell’AIA, presenti per il comune di Desio, il sindaco e il dirigente dell’area tecnica, per Bea A. Cambiaghi (attuale direttore generale di Bea) e G. Tominetti (attuale direttore tecnico di Bea), i rappresentanti del comune di Desio, fecero mettere a verbale che dovesse essere realizzato, a carico di Bea, lo studio di ricaduta degli inquinanti, così come già richiesto in sede di conferenza dei servizi in data 19 giugno 2012 e ribadito con comunicazione prot. 32739 del 13 novembre 2012.

Potremmo citare altri atti che testimoniano come il comune di Desio, bene prima che fosse nominato l’attuale assessore all’igiene urbana, abbia richiesto in varie occasioni, la mappa di ricaduta fumi, ma per non appesantire la lettura, ci fermiamo qui.

All’obiezione della presidente Mazzucconi; “Non risultano agli atti durante la mia presidenza richieste di una mappa” non possiamo che rispondere che la storia di una società o di un comune, non inizia con la nomina di un nuovo sindaco o di un nuovo presidente. Il neo nominato, nell’assumere la carica, è chiamato a gestire anche la storia pregressa di quell’ente. Non sarà gravato da  una responsabilità personale, ma avrà sicuramente una responsabilità gestionale. Come abbiamo più sopra illustrato il comune di Desio, in diverse occasioni, ha richiesto la mappa di ricaduta fumi senza ottenerla.

Concordiamo con la presidente Mazzucconi quando dice che: “[il documento della mappa] lo debba produrre chi fa lo studio, altrimenti verrebbe considerato un documento di parte”. Infatti, fra pochi giorni, provvederemo a conferire a una società specializzata l’incarico di realizzare la mappa.

Rassicuriamo la presidente di Bea che lo studio sarà fatto con rigore scientifico, senza posizioni precostituite.  Non a caso i comuni invitati ad aderire a questo studio, Bovisio Masciago, Desio, Nova Milanese e Varedo, sono comuni di diverso orientamento politico e con posizioni diverse sul piano industriale di Bea, ciò a garanzia dell’imparzialità dello studio, che sarà effettuato secondo il modello caso-controllo da un docente universitario particolarmente esperto nell’uso di questo modello epidemiologico. Siamo consapevoli che, essendo uno studio retrospettivo, non abbia la stessa forza scientifica di uno studio prospettico a coorte, nondimeno è acclarato come questo modello abbia una sua validità intrinseca, tanto da essere già stato utilizzato in diverse situazioni analoghe. L’interpretazione della mappa di ricaduta dei fumi avverrà, inoltre, tenendo presente gli eventuali effetti delle lavorazioni industriali delle imprese della zona e il complesso contesto in cui è inserto il forno inceneritore, così come auspica la presidente Mazzucconi.

Tutto lo studio epidemiologico sarà condotto secondo un rigoroso approccio scientifico, perché lo scopo delle amministrazioni comunali che hanno aderito a questo studio, è solo ed esclusivamente conoscitivo. Noi non abbiamo nulla da dimostrare, vogliamo solo sapere se abitare nell’area di ricaduta fumi del forno inceneritore, (che attualmente non sappiamo quale sia) per la popolazione residente, comporti un maggior rischio di contrarre una malattia, rispetto al  resto della popolazione e crediamo che questa sia una preoccupazione più che legittima da parte di un’amministrazione comunale".


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