K-Flex, guerra aperta: l'azienda blocca l'ingresso agli operai

RONCELLO - Avevano deciso di tornare in azienda dopo 80 giorni di sciopero, pur rivolgendosi al Tribunale del Lavoro: i dipendenti della K-Flex ieri hanno trovato il cancello chiuso. Toni duri nei confronti della proprietà da parte della senatrice brianzola Lucrezia Ricchiuti

Per 80 giorni non hanno messo piede nella K-Flex. I dipendenti hanno costituito un presidio davanti ai cancelli di Roncello per far valere le loro ragioni e cercare di difendere con i denti un posto di lavoro. Quando ieri hanno deciso di rimettersi al lavoro, l'azienda ha fatto trovare i cancelli chiusi.

Un "no, grazie" insomma da parte della proprietà che ormai dopo i quasi tre mesi di braccia incrociate sembra aver preso la decisione di andare avanti per la sua strada. Offrendo 15 mila euro a ogni dipendente (proposta rifiutata, visto che è considerata al pari di una mancia a fronte della perdita di un posto di lavoro) e pronta a difendersi anche in sede di Tribunale del Lavoro dopo i lavoratori hanno deciso di portarla per condotta antisindacale.

Sull'accaduto di ieri, con i vigilantes schierati per impedire l'accesso in azienda, si è espressa con toni decisi la senatrice brianzola Lucrezia Ricchiuti (Articolo Uno - Mdp), che proprio nei giorni scorsi si era recata in visita al presidio dei dipendenti: “Questa nuova forzatura dell’azienda che si sta distinguendo per il comportamento scorretto e gravemente antisindacale non va nella direzione di una soluzione condivisa di una vicenda dolorosa e lesiva della dignità dei lavoratori. Gli Spinelli, proprietari dell'azienda, considerano gli operai alla stregua di oggetti. Hanno deciso che non servono più perché ne hanno trovati altri in Polonia ancora a più buon mercato. E quando troveranno un Paese dove la manodopera costerà ancora meno faranno piazza pulita dei polacchi. Ma non si illudano perché i lavoratori non si arrenderanno”.


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