Gli scienziati a confronto a 40 anni dal disastro della diossina

SEVESO - Sabato al Centro Pastorale Ambrosiano si è svolto il convegno "L'evento diossina 40 anni dopo: quali insegnamenti". Un'iniziativa dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Monza e Brianza. Presenti circa 150 medici del territorio.

"I risultati aggiornati al 2012 (incidenza) e 2013 (mortalità) mostrano che per i tumori, complessivamente, né la mortalità né l'incidenza sono aumentate in alcune delle zone inquinate.Nonostante ciò, per il gruppo "linfoni e leucemie", si è osservato un incremento nelle zone A e B, con 64 casi osservati nel corso di trent'anni contro 44 attesi: dei 20 casi in eccesso 4 erano in zona A e 16 in B. Dopo trent'anni (2006) dall'iniziale esposizione nel 1976 l'effetto si è andato esaurendo. Conclusivamente si può affermare che gli effetti osservati a lungo termine sono nettamente meno drammatici di quelli sospettabili sulla base delle iniziali evidenze sperimentali negli animali". E' la frase pronunciata dal professor Pietro Alberto Bertazzi, della Clinica del Lavoro dell'Università degli Studi di Milano, nel corso del convegno "L'evento diossina 40 anni dopo: quali insegnamenti". Si  è svolto nella giornata di sabato al Centro Pastorale Ambrosiano alla presenza di circa 150 medici del territorio, interessati ad approfondire quello che ha rappresentato il disastro dell'Icmesa.

Ricerche rese possibili anche grazie allo spirito visionario dei medici operanti in quel periodo che, fin dal primo momento, conservarono i campioni di sangue raccolti: una condizione particolare e unica al mondo che ha permesso in seguito di studiare la relazione fra l’esposizione alla diossina e i suoi possibili effetti. Nel corso del convegno è stato ricordato più volte come, a seguito di questo tragico evento, sia risultato essenziale il senso civico della popolazione, dei medici e delle Istituzioni che, insieme, riuscirono a far fronte alla situazione nella quale versava non solo Seveso, ma anche i territori circostanti.
 
Dopo i saluti introduttivi di Carlo Maria Teruzzi, Presidente dell'Ordine dei Medici Chiurghi e Odontoiatri di Monza e Brianza, ad aprire gli interventi scientifici è stato il professor Paolo Mocarelli, già Direttore del Servizio Universitario Medicina di Laboratorio - all'ospedale di Desio con l’intervento “Impatto dell’Evento e scelte effettuate”, seguito dal professor Pietro Alberto Bertazzi, Clinica del Lavoro - Università degli Studi di Milano che ha presentato una relazione dal titolo: “Studi epidemiologici di mortalità e di incidenza tumori”.

Tra gli ospiti della mattinata, anche il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo Emerito della Diocesi di Milano e testimone partecipe all’epoca dei fatti. La sessione mattutina si è conclusa con l’intervento “Effetti della diossina sull’uomo” a cura di Paolo Mocarelli e Paolo Brambilla, Docente di Biochimica Clinica Università Milano Bicocca e Direttore del Servizio Universitario Medicina di Laboratorio - ospedale di Desio e con l’intervento “Art.5 Codice di Deontologia Medica Valutazione impatto sanitario (V.I.S.) – Esperienze attuali e prospettive future” a cura di Raimondo Ibba - Presidente OMCeO Cagliari e Referente Comitato Centrale FNOMCeO per Ambiente, Salute e Sviluppo Economico.
 
“I medici hanno la responsabilità nell’affrontare le questioni di salute, sempre più spesso correlate all’ambiente, non solo sul singolo paziente ma sull’intera comunità – ha dichiarato Carlo Maria Teruzzi, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Monza e Brianza – Questo convegno è un’occasione importante anche per capire quale eredità, quell’ ”evento diossina”, ha lasciato ad una generazione che dovrà dimostrare una particolare sensibilità per le questioni ambientali”.
 
Il convegno è proseguito nel pomeriggio con la sessione titolata Cosa è cambiato da allora nel rapporto tra ambiente e salute, che è stata aperta con l’intervento “Le patologie croniche nella popolazione: dati dell’Agenzia Tutela della Salute delle Brianza” a cura di Luca Cavalieri D’Oro, Servizio di Epidemiologia ATS della Brianza; seguito da Roberto Romizi, Presidente Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia che ha tenuto un intervento dal titolo “Medici Sentinella sulle malattie di origine ambientale”; Ian Marc Bonapace, Docente di Patologia Generale e Oncologica Molecolare – Università dell’Insubria con l’intervento titolato  “Il ruolo dell’epigenoma negli effetti a lungo termine delle esposizioni ambientali”. La sessione si è conclusa con l’intervento “Direttiva Seveso 3: evoluzione delle norme europee e nazionali per la prevenzione negli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante” a cura di Luca Zucchelli, Regione Lombardia, D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile.

Cose da addetti ai lavori. Ai cittadini interessa l'aspetto della salute, con le conseguenze scientificamente accertate della nascita spropositata di femmine rispetto a maschi e la diminuzione della qualità del liquido seminale in soggetti esposti nell'infanzia e nella pubertà. 

E poi il monito del professor Bertazzi: "Tra le cause non tumorali la mortalità ha messo in luce un incremento delle patologie cardiache tra gli uomini e ipertensive tra le donne in zona A: si tratta di quadri collegabili non solo, e forse non tanto, all'elevato inquinamento quanto alla drammatica esperienza degli abitanti di questa zona, all'incertezza e ansia vissute per il futuro proprio e dei propri figli oltre che alla forza evacuazione. Potrebbe essere racchiusa qui una delle molte, importanti lezioni che derivano dall'incidente del 1976 e dalle attività che ne sono seguite: non solo le sostane chimiche sono nocive, ma anche le condizioni psicosociali determinate dall'incidente".