Il Comune analizza la popolazione rosa: cittadine longeve, mamme a 32 anni

LISSONE - Un focus dell'amministrazione comunale, attraverso il settore Servizi demografici e il contributo esterno di una esperta in statistica: nasce così "Numeri al femminile", annuario che fornisce dati interessanti riguardo a longevità, matrimonio, maternità

Vivono più degli uomini, aspettano i 32 anni per sposarsi e diventare mamme, hanno un numero medio di figli superiore alla media italiana e nel 2016 hanno dato alle nuove nate in prevalenza i nomi di Sofia, Giulia e Giorgia. Sono queste alcune delle statistiche contenute dall’edizione 2017 dei “Numeri al femminile”, un documento che contiene e riassume tutti i dati relativi alla popolazione femminile del Comune redatto grazie al prezioso lavoro del settore Servizi demografici con l’ausilio di una consulente esterna in statistica.

Al 31 dicembre 2016, la popolazione in questione è composta da 22.112 maschi (il 48,8%) e 23.121 femmine (il 51,2%). Sono registrati 3.865 stranieri, di cui 1.805 maschi e 2.060 femmine. Come ogni anno, tra i soggetti provenienti dall’Ucraina si registra una netta prevalenza femminile.

La maggior aspettativa di vita delle donne rispetto agli uomini è riscontrabile osservando le classi di età più avanzate: il numero di donne è quasi il doppio, rispetto a quello degli uomini, in corrispondenza della classe 80-89 e quasi il triplo nella classe d’età successiva 90-99. Rilevante la presenza di sole donne tra i centenari.

Le donne vivono più degli uomini, dunque l’età media delle donne risulta maggiore di quella degli uomini. Questo succede sia tra gli italiani che tra gli stranieri, con un particolare: nel caso degli stranieri, infatti, aumenta l’età media delle donne a seguito della loro stabilizzazione sul territorio, mentre la componente maschile si rinnova per il costante arrivo di nuovi immigrati.

Osservando la struttura per età degli stranieri nel 2016, si conferma che l’età media delle donne è inferiore (33 per le donne, 29,6 per gli uomini) a quella degli italiani.

Con i bassi livelli di fecondità e l’aumento della speranza di vita, continua ad aumentare il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione: dal 2003 al 2016 l’età media delle donne italiane è aumentata di oltre due anni (da 42,4 a 44,7). 

Anche per le straniere si osserva l’aumento del valore (da 30,1 a 33), indice di una maggior stabilizzazione sul territorio.

Analizzando l’indice di vecchiaia -  in riferimento all’anno 2016 - e calcolando il rapporto tra la popolazione oltre i 65 anni e la popolazione under 15 anni, è possibile osservare che gli anziani superano il numero di giovani lissonesi.

Nel dettaglio, la popolazione anziana femminile è nettamente maggiore rispetto a quella giovane: nel 2016 il valore per le donne è  pari a 136, che significa che ogni 100 donne sotto i 15 anni ce ne sono 136 oltre i 65. Per gli uomini, invece, il numero di giovani è molto vicino al numero di anziani (nello stesso anno, ogni 100 uomini under 15 ce ne sono 97 oltre i 65). Tuttavia – come registrato per l’età media - la differenza nell’indice di vecchiaia tra uomini e donne è diminuita nel tempo.

Confrontando l’indice di vecchiaia rilevato a Lissone con quello riferito alla Lombardia e all’Italia (fonte ISTAT), emerge che il fenomeno dell’invecchiamento nella cittadina lombarda è meno marcato rispetto a quello che si individua in Lombardia e in Italia. In particolare, l’indice a Lissone si mantiene costante negli ultimi anni mentre in Lombardia e in Italia continua ad aumentare.

Analizzando lo Stato Civile in classi d’età per l’intera popolazione, si registra una maggior vedovanza femminile: la quota di vedove supera quella dei vedovi a partire dalla classe d’età 50-59, elemento dovuto alla maggior mortalità maschile rispetto a quella femminile nelle età più avanzate e alla tradizionale minor età della donna al matrimonio (mediamente inferiore di 3-4 anni rispetto all’età del coniuge). La maggior parte delle donne nella fascia 30-39 è coniugata; negli uomini la quota dei celibi continua a essere elevata fino alla classe 30-39.

Calcolando il tasso per la totalità della componente femminile a Lissone e confrontando i dati dal 2007 e al 2016, si osserva che nell’ultimo anno (2016) vi è una quota rilevante di donne che si sposa nelle fasce d’età più giovani (25-29 e addirittura 18-24). La tendenza a sposarsi in età giovane (18-24), riscontrata sul totale donne nel 2016, è un comportamento attribuibile in gran parte alle straniere. Per le italiane, è alta la quota delle donne che si sposano nelle due fasce d’età successive (25-29, 30-34). L’età media del matrimonio ha raggiunto i 32,3 anni.

Concentrandosi sui matrimoni degli stranieri, la composizione mista (straniero/italiano) è quella prevalente in tutti gli anni considerati (2008-2016). Tra i matrimoni celebrati nel 2016 in cui almeno uno dei due partner è straniero, la coppia prevalente è quella formata dalla donna straniera e l’uomo italiano.

Per quanto riguarda i livelli di fecondità riferiti all’intera popolazione femminile lissonese, si registra una maggior potenzialità produttiva dopo i 30 anni in tutto il periodo considerato. Rilevante la % di fecondità per la fascia d’età compresa tra i 35 e i 49 anni (> 30% dal 2009). Le italiane sfruttano maggiormente la loro potenzialità produttiva nelle fasce d’età 30-34 e 35-39. Le straniere, invece, hanno figli in età più giovane: la % di fecondità è maggiore nelle classi d’età 18-24 e 25-29 (nel 2016 per le straniere sotto i 25 anni si registra una quota di fecondità superiore al 30%). Le straniere entro i 24 anni hanno già espresso circa il 30% della potenzialità produttiva (il 20% nel 2014), mentre le italiane non raggiungono questa quota neanche a 29 anni ( % di fecondità cumulata intorno al 25% prima dei 30 anni).

Il numero medio di figli per la popolazione femminile totale dal 2006 al 2016 oscilla in media tra 1,4 e 1,6. Il numero medio di figli per le straniere è sempre più alto di quello registrato per le italiane, ad eccezione degli anni 2008 e 2010 (per le italiane il valore non supera mai, se non di poco, la soglia 1,5).

Il numero medio di figli per donna che si registra a Lissone, come in Lombardia, è intorno a 1,5 (1,6 negli ultimi due anni), mentre in Italia è inferiore (circa 1,4 e stimato intorno all‘1,3 per il 2016). L’età media del primo figlio si mantiene superiore ai 32 anni.

Quanto rilevato sulla posticipazione di matrimoni e nascite, sulla riduzione del numero di figli e sull’invecchiamento della popolazione, si riflette sulla struttura familiare: la quota di famiglie composte da uno o da due soli componenti, oltre a essere superiore a quella di tutte le altre tipologie familiari, è aumentata nel tempo (oltre il 33 % di famiglie unipersonali negli ultimi 4 anni rispetto al 24,7% del 2000). 

E’ probabile che l’aumento così evidente delle famiglie unipersonali possa essere dovuto sia a una maggior presenza di anziani soli che al costante aumento dei fenomeni di dissoluzione coniugale.

Un elemento di curiosità riguarda i nomi delle nuove nate nel 2016: il nome femminile più utilizzato rimane sempre quello di Sofia (18 bambine nel 2015 e 11 nel 2016), seguito da Giulia (11) e Giorgia (9). Per i nomi femminili, tuttavia, pare esserci un ritorno al passato: stanno infatti tornando in uso Maria, Caterina e Carolina. 


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