K-Flex e Assolombarda disertano l'incontro in Regione. L'ira della Lega Nord

RONCELLO - La rabbia della Lega Nord nei confronti della K-Flex, l'azienda che pare intenzionata a delocalizzare la sua produzione portandola con ogni probabilità in Polonia. Naturalmente con forti ricadute sulla situazione occupazionale di numerosi dipendenti

"Esprimiamo grande disappunto per il comportamento dell'azienda K-Flex e di Assolombarda che la rappresenta, che, invitate in audizione con le parti sociali, non si sono nemmeno presentate in commissione Attività Produttive. Una mancanza di rispetto verso le istituzioni che rappresentiamo". Cosi' intervengono l'onorevole Paolo Grimoldi, Segretario nazionale Lega Lombarda e il consigliere Pietro Foroni, presidente della Commissione regionale Attività Produttive, in merito alla situazione dell'azienda brianzola che intende delocalizzare la sua produzione in Polonia e i cui dipendenti stanno scioperando da 22 giorni.

"L'aspetto più grave - spiegano gli esponenti della Lega Nord - è che non si tratta di un'azienda in crisi ma bensì di un'azienda in crescita, anche grazie ai finanziamenti pubblici che l'azienda stessa ha ricevuto dal Ministero per lo Sviluppo Economico. In tutto 12 milioni di euro di finanziamento erogato dal Ministero che sembra siano però stati utilizzati all'estero nel settore ricerca e innovazione. Una realtà nata e cresciuta in Brianza che ha deciso, dopo aver ricevuto contributi pubblici, di delocalizzare in Polonia. Un esempio negativo di impresa, che le istituzioni devono evitare che si trasformi nell'ennesimo cattivo precedente per la nostra economia".  

Ieri sulla questione si è poi espresso l'intero Consiglio regionale, approvando all'unanimità una mozione proposta da Enrico Brambilla (Pd, primo firmatario) e sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza, per richiamare l'azienda alla responsabilità sociale d’impresa affinché ritiri le procedure di 187 licenziamenti.

Il documento chiede inoltre un'opera di moral suasion sulla responsabilità sociale dell'azienda per i riflessi sull'occupazione in Brianza visti anche gli ingenti finanziamenti pubblici ottenuti dal Ministero per lo sviluppo economico (12 milioni di euro a partire dal 2013, di cui 1 milione a fondo perduto) e alla luce di 320 milioni di euro di fatturato con l'obiettivo di superare i 500 milioni nei prossimi anni. In Aula sono intervenuti anche i consiglieri Daniela Mainini (Patto Civico), Pietro Foroni (Lega Nord), Lara Magoni (Lista Maroni), Stefano Buffagni (M5S), chiedendo controlli sui finanziamenti ministeriali ricevuti dall’azienda, verifiche sugli ammortizzatori sociali e una legge per vincolare i contributi pubblici a piani aziendali che escludano operazioni di delocalizzazione.


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