Roberta Miotto: "La mia verità: Allievi ingrato, Butti debole"

SEVESO - A un mese di distanza dalle dimissioni che ha protocollato, per lasciare rimettere la delega alla Cultura nelle mani del sindaco, Roberta Miotto racconta la sua versione dei fatti. Ne ha per tutti: per la Lega Nord, ma anche per il Pd e per la sua lista civica.

Dopo aver firmato le dimissioni è stata zitta per un mese. Poi Roberta Miotto, ex assessore alla Cultura dell'amministrazione Butti, ha deciso di convocare la stampa per raccontare la sua verità. Uno sfogo, una chiacchierata a cuore aperto per confessare tutta la sua delusione.

"Chiarisco subito una cosa - è il suo esordio deciso - ovvero che nessuno mi ha chiesto di dimettermi. L'ho fatto io, ma non riuscivo più ad andare avanti così tra tutti quegli attacchi personali iniziati già nel mese di febbraio. Avevo tutti contro di me, ma nessuno ha contestato il mio operato. Ha cominciato la lista civica di cui facevo parte, poi si è accodato anche il Pd. Mi è crollato addosso tutto quello in cui credevo: ora, davvero, sono felice di non essere più nulla".

Qualche sassolino, però, se lo vuole togliere. Il primo è per i suoi ex colleghi di maggioranza: "Siamo sinceri, da tempo sentivo critiche nei miei confronti, tanto che già a novembre avevo chiesto un chiarimento a Pd e lista civica. La mia richiesta non ha avuto alcun seguito, ma in quel momento potevo anche capirlo visti i temi importanti che avevamo sul tavolo: Pgt e Aspes soprattutto. Il problema è che il chiarimento non c'è mai stato. Ed è curioso notare che agli incontro programmati dalla maggioranza con i vari assessori, quando è arrivato il mio turno la 'mia' lista civica non si è presentata".

Il bersaglio numero uno del suo sfogo, però, è un altro: Luca Allievi, capogruppo della Lega Nord. "La Lega - racconta Miotto - già all'inizio del mandato aveva sollevato timidamente il discorso del mio conflitto di interessi che, onestamente, non c'era proprio. Ero in regola. A ferirmi, però, è stato l'atteggiamento di Allievi per il quale avevo sempre avuto stima e affetto. Pensate che, prima delle elezioni, pur avendo idee differenti, avevo accolto l'invito di qualche militante leghista (Andrea Lunghi) che mi chiedeva di intercedere affinché Allievi non si ritirasse a vita privata. Lo ritenevo corretto: avevamo lavorato insieme. Avevamo fatto la cultura insieme quando lui era assessore. O, meglio, l'avevo fatta io. Facevo il suo lavoro, ero sempre in Comune. Parlavo io di rete tra Comuni, lui poi si è preso i meriti politici ma non ha fatto nulla".

Miotto non dimentica un cenno a "Sbandando", la manifestazione per band giovanili che la Lega Nord le ha rimproverato di avere affossato: "Rido quando parlano di 'Sbandando', una iniziativa che era in decadenza e non aveva più né appeal né soldi. All'inizio ci costava 6 mila euro, Allievi aveva anche diminuito l'acquisto dei libri per la biblioteca. Vedere che ha attaccato me, che facevo cultura per lui, mi ha dato molto fastidio, ma sono andata avanti".

Con non poche difficoltà: "Non mi ha stupito la Lega, ma la maggioranza per il conflitto interno. La lista civica? Io fino al 2013 ero iscritta al Pd, mi sono presentata con la lista civica per aiutare chi non aveva mai fatto politica. Del resto mi ero già impegnata anche nella precedente campagna elettorale e, negli anni successivi, avevo cercato di rendere il terreno sempre più fertile per una nostra vittoria. Mi sono sacrificata accettando la lista civica, nel Pd avrei preso molti più voti: e poi i miei hanno avuto il coraggio di criticarmi perché non avevo ottenuto molte preferenze. L'ingresso in Giunta? Mi ha voluta Butti, c'era stima reciproca. Beh, c'è anche adesso".

Qualcosa, però, rimprovera anche a lui: "Non ce la facevo più con quel clima di ostilità. Da mesi chiedevo il chiarimento, ma non c'è mai stato. Mi rimproveravano di non metterli mai al corrente delle iniziative, ma non hanno mai dato un cenno di vita ricevendo le mie mail, mi hanno accusata di essere troppo in vista e di finire sempre sui giornali. Io posso dire che i miei obiettivi dei primi tre anni li ho raggiunti in un anno e mezzo. E spiace vedere che invece di cercare il dialogo, hanno esercitato pressioni su Butti. LIo sono stata debole firmando le mie dimissioni, mi sono sentita sola e le ho date. Il sindaco è stato debole nel subire le richieste della maggioranza senza favorire un momento di confronto, però con me si è sempre comportato in modo corretto".

Alla fine di questa travagliata vicenda un'amara considerazione: "Arrivavo dall'associazionismo, ho scoperto sulla mia pelle cos'è la politica. Ho dato tanto, con me si sono aperte un sacco di porte, nessuno aveva le conoscenze che avevo maturato io in 20 anni di volontariato. Seveso, però, ora mi ha persa: come associazione e come persona. Non voglio saperne più nulla di questa amministrazione e, tantomeno, del Partito Democratico. Alla fine hanno dato ragione alla Lega Nord. Ho lavorato bene, nessuno mi ha difesa. Butti a febbraio l'ha fatto timidamente, poi basta. Sono entrata in politica per Paolo, sono uscita per Paolo. Ora, da lontano, vedrò che risultati riusciranno a ottenere, visto che improvvisamente sono diventati maestri sulla cultura".

2 commenti

Sandro :
Concordo pienamente parola per parola. Resti sempre una Grande. Ciao Sandro | martedì 09 giugno 2015 12:00 Rispondi
Luca Allievi :
In seguito alle deliranti affermazioni dell'ex assessore alla cultura, Roberta Miotto, è necessario puntualizzare quanto segue. L'ex assessore Miotto si attribuisce, a suo dire, e con uno spiccato delirio di onnipotenza, il merito di tutte le iniziative organizzate durante il periodo in cui il sottoscritto è stato assessore, adducendo il fatto che lei era sempre presente in comune mentre io no. Niente di più falso. Miotto era una collaboratrice come altri, che, una volta ricevuto il mio via libera sulle iniziative culturali da organizzare, e, soprattutto, dopo che il sottoscritto metteva a disposizione le risorse economiche, le portava avanti con estrema autonomia. Personalmente, non ho mai creduto all'accentramento di tutti i ruoli in un'unica persona, perché producono inefficienze e mala organizzazione. Se Roberta Miotto ha scambiato questa libertà di azione, che le avevo concesso, come un'abdicazione delle mie deleghe nei suoi confronti, questo è un fraintendimento tutto suo personale che non ha alcuna ragionevole giustificazione. Per quanto riguarda la mia presenza in Comune: avendo il sottoscritto un lavoro, a differenza dell'ex assessore Miotto (che, ricordiamolo, non ha mai prodotto alcun tipo di documentazione reddituale antecedente la propria carica assessorile, nemmeno ai fini della trasparenza amministrativa tanto decantata), non serviva stare in Comune dalla mattina alla sera se dei propri fidati collaboratori, con più tempo libero, potevano aiutarmi nell'organizzazione di eventi (e, tra l'altro, ricordiamoci che non spetta all'assessore organizzare materialmente gli eventi, ma spetta alla struttura comunale e/o agli eventuali collaboratori, come era Roberta Miotto). Inoltre, secondo l'ex assessore Miotto, preda del proprio delirio di onnipotenza, il sottoscritto avrebbe addirittura deciso di non rinunciare alla carica di consigliere comunale, "per ritirarsi a vita privata", grazie ad una sua personale intercessione. Fino a prova contraria, non ho ancora bisogno di un tutore che mi dica cosa devo o non devo fare. Capitolo "Sbandando". Ribadisco che cancellare quella fortunata rassegna musicale per giovani band è stata una scelta scellerata dell'ex assessore Miotto. Dire che la kermesse musicale fosse ormai moribonda e senza finanziamenti è dire una stupidaggine. La rassegna attraeva giovani perfino da fuori Lombardia e, per quanto riguarda il reperimento dei fondi per organizzarla, che cosa ci sta a fare un assessore se non sa lottare con i propri colleghi di giunta per ottenere gli stanziamenti necessari per le proprie iniziative? Il fallimento dell'esperienza di Roberto Miotto come assessore alla cultura del comune di Seveso sta nel non aver capito che non si può avere e mantenere un conflitto di interessi quando si ricopre una carica pubblica. Il tentativo maldestro di cercare di difendere quella rendita di posizione ha di fatto logorato la sua immagine verso la cittadinanza e verso gli stessi partiti (PD e Lista Civica) che, all'inizio, la sostenevano. Il fallimento dell'esperienza di Roberto Miotto come assessore alla cultura del comune di Seveso sta anche, purtroppo, nella sua incapacità di capire quale è il vero ruolo di un assessore e quali sono i compiti/doveri nei confronti della cittadinanza. Ha pensato di poter gestire l'assessorato così come quando organizzava gli eventi sotto la mia gestione, e cioè, pensare solamente a quei due/tre eventi che la interessavano direttamente o che coinvolgevano direttamente la sua associazione culturale. Ma essere assessore significa dover fare di più. Non ci si deve limitare all'aspetto organizzativo degli eventi, ma ci deve essere anche la pianificazione strategica e futura, a 360 gradi, coinvolgendo tutti, e ci deve anche essere l'interazione continua con TUTTE le realtà dell'associazionismo culturale del territorio per far sì che siano sempre messe nelle condizioni di poter lavorare al meglio, far sì che non si sentano abbandonate e quindi, alla fine, evitare che muoiano, come invece è purtroppo accaduto a diverse realtà associazionistiche, proprio sotto la gestione Miotto. In conclusione, evitando di toccare le evidenti beghe interne alla maggioranza Butti che hanno caratterizzato tutta questa vicenda e che francamente ora non mi interessano (alla versione secondo cui le dimissioni della Miotto siano state spontanee non crede proprio nessuno, anche perché gli "spifferi" di maggioranza ci sono, eccome), l'unica vera causa di quanto accaduto a Roberta Miotto è Roberta Miotto. L'unica vera causa è da ricercarsi esclusivamente nel comportamento che lei stessa ha tenuto nei confronti di tutta quanta la cittadinanza di Seveso. Luca Allievi Consigliere comunale e capogruppo Lega Nord per l'Indipendenza della Padania Comune di Seveso (MB) | martedì 09 giugno 2015 12:00 Rispondi