Basta gettoni di presenza ai furfetti: quando Mancuso presentò la proposta ma l’aula la bocciò

MONZA - Anna Mancuso rivendica l'idea di non riconoscere il gettone di presenza ai consiglieri comunali che non partecipano ai lavori dell'aula. Dopo aver letto della proposta di Piffer, fa presente che se il Consiglio non avesse bocciato la sua idea, il Comune avrebbe risparmiato un bel gruzzoletto

“Gettoni di presenza solo ai consiglieri che partecipano ad almeno a due terzi del consiglio comunale? Non è una novità. L’avevo già proposta all’inizio della giunta Scanagatti ma era stata sonoramente bocciata. Speriamo che questa volta venga accolta, se fosse stata abbracciata prima i monzesi avrebbero risparmiato un bel po’ di soldi”.

La precisazione arriva direttamente da Anna Mancuso, rappresentante della lista “Monza Futura”, che per un anno e mezzo ha seduto in aula e che poi, per motivi di salute, si è dimessa.

All’epoca la consigliera comunale, soprannominata “la passionaria” per le numerose battaglie portate in aula, aveva sollecitato un cambiamento del regolamento chiedendo che il gettone di presenza (di 70 euro lordi, al netto 55 euro) fosse garantito solo a chi davvero partecipava al consiglio comunale e alle commissioni.

“Una proposta che all’epoca era stata ripresa anche dalla stampa locale, ma purtroppo era stata bocciata – aggiunge – Adesso ritorna in auge. Beh, siamo in campagna elettorale. Io la proposi all’inizio del mandato, quando c’erano davanti almeno quattro anni di legislatura, non certo a pochi mesi dal voto. Peccato però che all’epoca l’idea venne accantonata”.

Mancuso è comunque contenta che la sua proposta – portata in aula con una mozione da Paolo Piffer capogruppo di “Primavera Monza” – sia stata rilanciata. “Sono contenta, ma mi puzza di strumentalizzazione – aggiunge – Se fosse stata approvata all’epoca avremmo potuto risparmiare i soldi di un’intera legislatura”.

Anna Mancuso cinque anni fa aveva suscitato anche scalpore per la decisione di devolvere i suoi gettoni di presenza a Mamma Rita. Un bel gruzzoletto a fine mese.

“Con la Giunta Scanagatti era stata introdotta anche la clausola che alle commissioni partecipassero solo i consiglieri comunali, ai quali veniva erogato un gettone di presenza e non, come in passato, anche esperti esterni ai quali non spettava il gettone – precisa – Facendo i conti, in media con cinque consigli comunali al mese e cinque commissioni al mese al consigliere andavano circa 700 euro lordi. Mi sembra un bel prendere per lavorare dieci sere al mese”.

La passionaria intanto sta scaldando i motori per scendere in campo con la sua lista “Monza Futura”. “Nella lista ci sono alcuni dei candidati più votati della scorsa tornata elettorale – precisa – E molti altri nuovi. Correre con Allevi? Scioglieremo la riserva tra qualche giorno – conclude – Abbiamo organizzato una riunione, nella lista non decidono i vertici, ma la decisione è congiunta con tutti i candidati. Rappresentiamo tutti i cittadini, dal mondo cattolico a quello laico, nella certezza che la fede non deve essere associata alla politica. La politica è il fare delle persone, il loro operato, i loro principi, l’onestà e l’eticità”.


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