Dalla Sicilia al San Gerardo: unica possibilità per evitare l'intervento a cuore aperto

MONZA - Cercava una struttura per evitare l'operazione a cuore aperto. L'unica struttura che ha offerto la possibilità a una donna siciliana è l'ospedale San Gerardo di Monza con l'équipe del professor Giovanni Paolini

Dalla Sicilia al San Gerardo, l’unico ospedale che le ha dato l’opportunità di un intervento di chirurgia mini invasiva per una insufficienza mitralica, al posto dell’intervento tradizionale a cuore aperto. Non si è fatta scrupoli ad attraversare tutta l’Italia una donna di 45 anni che ha scelto la ASST di Monza per farsi operare al cuore. 

Mentre altri ospedali italiani le avevano proposto un’operazione tradizionale, il che significa che il chirurgo avrebbe dovuto aprire il torace e il cuore per rimuovere la valvola danneggiata e quindi sostituirla con una nuova valvola artificiale, al San Gerardo la valvola è stata sostituita con un metodo innovativo. Grazie alla chirurgia mini invasiva, la valvola lesa è stata sostituita praticando una piccola incisione sotto il muscolo pettorale destro. Non si è trattato di un caso isolato. Altri pazienti hanno scelto il San Gerardo per interventi cardiaci complessi.

Dal mese di agosto ad oggi l’Unità operativa di cardiochirurgia diretta dal professor Giovanni Paolini, ha già trattato diversi casi simili, ottenendo ogni volta percentuali di successo prossime al 100 per cento. Mentre da due anni circa si sono consolidati gli interventi di by-pass aorto-coronarico sempre grazie alla chirurgia mini invasiva.

“Sino ad ora – spiega Paolini – la gran parte degli interventi cardiochirurgici ha richiesto l’apertura completa del torace (sternotomia) per aver accesso alle diverse strutture cardiache ed instaurare una circolazione extracorporea per arrestare il cuore. Le attuali tecniche mini invasive praticate dalla nostra équipe al San Gerardo premettono invece attraverso una incisione di pochi centimetri di eseguire alcuni interventi di by-pass aorto-coronarico e di trattare la quasi totalità della patologia valvolare cardiaca senza ricorrere alla stereotomia tradizionale. A ciò si aggiunge, in caso di chirurgia della valvola mitrale, anche la possibilità di riparare la valvola nativa del paziente, garantendo una migliore performance cardiaca ed eliminando la necessità di una terapia anticoagulante a lungo termine”.

“Essere scelti da pazienti provenienti da tutta l’Italia che si affidano ai nostri professionisti per sottoporsi ad interventi delicati – sottolinea Matteo Stocco, direttore generale della ASST di Monza – non fa che accrescere la fama e l’eccellenza del San Gerardo a livello nazionale. Con la chirurgia mini invasiva facciamo un ulteriore passo avanti per essere sempre più all’avanguardia in ogni settore”. 

I benefici della chirurgia mini invasiva, a parità di risultati, sono molteplici: innanzitutto un miglior risultato estetico: l’incisione chirurgica di soli 5-7 centimetri, specialmente se eseguita al di sotto del seno in caso di pazienti di sesso femminile, risulta praticamente invisibile. Anche in caso di by-pass aorto-coronarico, l’utilizzo dell’endoscopia permette il prelievo della vena safena attraversa una incisione di soli 2 centimetri, evitando al paziente una antiestetica cicatrice lungo tutta la lunghezza della gamba. 

Ma i benefici vanno ben oltre il problema estetico: con la chirurgia mini invasiva si riducono il dolore, le infezioni e il sanguinamento post operatorio quindi anche la degenza ospedaliera: il paziente può essere dimesso già dopo 3-4 giorni dall’intervento a fronte di una degenza media di circa 7 giorni per la chirurgia cardiaca eseguita in sternotomia. A questo consegue anche un rapido recupero: già dopo 10 giorni dall’operazione, il paziente è in grado di guidare e in soli 15 giorni il recupero è pressoché completo, mentre la chirurgia tradizionale richiede almeno un mese per il ritorno alle attività giornaliere. 


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