Quartiere Libertà, morto un cane per avvelenamento: che cosa fare ce lo spiega la Leidaa

MONZA - Un cane morto nel quartiere Libertà. Per avvelenamento. La notizia, com'è immaginabile, fa sorgere timori in tutti i proprietari degli amici a quattro zampe, che ora faranno bene a prestare attenzione andando in giro per la città

Torna l’incubo bocconi avvelenati: muore un cane a Monza nel quartiere Libertà. Ennesimo triste episodio quello accaduto nei giorni scorsi a Monza dove un cane è morto dopo aver ingerito esche avvelenate.

Immediato l’allarme lanciato su facebook soprattutto per mettere in guardia i padroni del rione sollecitandoli a prestare attenzione durante la passeggiata: il cane infatti aveva attraversato la zona di viale Libertà, via Vespucci e via Impastato.

Sulla vicenda interviene Eleonora Villa, delegata della Leidaa (Lega italiana difesa animali e ambiente) di Monza e Brianza che, oltre a sollecitare i padroni a prestare sempre massima attenzione rammenta alcune importanti modalità di intervento spesso ignote ai padroni che, in preda alla sofferenza del loro amato amico a quattro zampe,  non sanno che cosa fare e soprattutto non conoscono i loro diritti.

“È obbligo di legge la segnalazione del veterinario e del padrone alle autorità competenti – spiega – Affinché ci sia una tabellazione dell’area e una bonifica. Inoltre, qualora sfortunatamente il cane dovesse morire anche se il veterinario ha il semplice sospetto dell’avvelenamento deve eseguire l’autopsia”.

Interventi che ad oggi sono a carico del padrone e che alcuni non effettuano per difficoltà economiche. Ma Villa ricorda soprattutto che lanciare un allarme su facebook senza seguire la prassi non basta. “Anzi si rischia la denuncia per procurato allarme”, precisa.

Inoltre alcune informazioni utili qualora si dovessero trovare esche sospette. Anche perché purtroppo tra gennaio e febbraio del 2016 a Monza si sono verificati 5 episodi di sospetto avvelenamento per fortuna senza decessi.

“A Monza esiste un numero di emergenza attivo h24 e collegato alla polizia locale (tel. 039.2816259) – continua Villa – Le esche vengono poi analizzate dal centro zooprofilattico ma la prassi prevede solo l’analisi per un certo tipo di veleni con il rischio che il boccone risulti un falso negativo. Per questo motivo non si ha la certezza effettiva di quanti avvelenamenti siano avvenuti sul territorio, oltre a quelli che non vengono denunciati. Non basta postare la segnalazione sui social, bisogna comunicarlo Comune e Forze dell’ordine”.

Sulla vicenda interviene anche Barbara Zizza, anima del gruppo facebook “Monza a 4 zampe” e candidata consigliera per la lista “CivicaMente Piffer sindaco” che sta lavorando sulla questione animali.

“A luglio sono stata in Parlamento a chiedere insieme ad altri comitati particolarmente sensibili alla difesa degli animali un inasprimento della pena per coloro che gettano esche avvelenate – spiega – Sono persone socialmente pericolose che, come dimostrato anche da studi scientifici, compiono azioni criminose seriali. Ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto una risposta. Tutt’altro a marzo il governo Renzi ha depenalizzato il reato relativo al maltrattamento e agli avvelenamenti”.

Anche a Monza dopo l’allarme dell’inverno 2016 il problema è stato accantonato. “Era stata creata una commissione ad hoc però riunitasi soltanto una volta”, precisa.

Zizza conferma il suo impegno a continuare a promuovere incontri formativi e informativi sulla prevenzione e la gestione degli avvelenamenti.


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