Scanagatti: "Siamo i primi, ora si gioca il secondo tempo. Monza non vuole tornare al passato"

MONZA - Ha chiuso il primo turno con una manciata di voti di vantaggio sul suo avversario, ora guarda avanti: Roberto Scanagatti pensa già al ballottaggio del 25 giugno e chiama a raccolta l'elettorato degli altri candidati, convinto che ci siano punti di condivisione

“Non facciamo mercimonio di ruoli istituzionali, né tanto meno di voti. Ci rivolgiamo direttamente all’elettorato che al secondo turno dovrà decidere”. Questo l’appello che lancia Scanagatti a chi l’11 giugno ha votato Maffè, Sindoni e Piffer, con la consapevolezza che naturalmente gli elettori di Quitadamo convergeranno sul sindaco uscente e quelli che ieri lo hanno sostenuto rispetteranno l’appuntamento elettorale non andando al mare o in montagna.

È stato chiaro Roberto Scanagatti che all’indomani del primo turno, dopo avere stilato un bilancio comunque positivo anche se c’è solo un minimo distacco dall’avversario Dario Allevi, è già proiettato al ballottaggio. Nessun accordo per elezioni, né tanto meno promesse di poltrone, ma Scanagatti vede naturale – così come ieri affermava anche il suo avversario – che con alcuni candidati ci sia una certa affinità.

In primis con Pier Franco Maffè (sostenuto dalle liste civiche “Monza con Maffè sindaco” e “Io Cambio”). “Non si può certo riconoscere nei valori autoritari e di discriminazione di Allevi”, ha affermato ricordando poi che il noto ematologo aveva deciso di scendere in campo proprio per contrastare quello che per vent’anni era stato suo compagno di avventura in consiglio comunale.

Apertura e convergenze anche con Danilo Sindoni, portavoce del Movimento 5 Stelle. “In questi cinque anni i pentastellati hanno posto in consiglio comunale il problema dell’appalto dei rifiuti – ha ricordato Scanagatti, più volte criticato nelle ultime settimane dai grillini per la sua scelta solo a pochi giorni dalle elezioni di annullare quell’appalto che da oltre due anni loro chiedevano fosse rescisso – Non potranno dimenticare che il vulnus di quel problema era stato creato proprio dalla Giunta Mariani-Allevi”.

Infine apertura e vicinanza anche con l’indipendente Paolo Piffer della lista “Civicamente Piffer sindaco”. “Lo ringrazio – aggiunge – Durante un incontro pubblico mi ha dato il suo programma e leggendolo ho individuato alcuni punti di convergenza”.

Apertura a tutti – non certo comunque all’elettorato più radicale del “Popolo della famiglia” sostenuto da Forza Nuova e Fiamma Nazionale – facendo intendere (come ha fatto ieri sera anche Allevi) che il programma e le linee non si cambiano.

“Il primo tempo è finito 0-0. Adesso palla al centro, noi siamo un po’ più avanti rispetto agli avversari – ha ribadito - Siamo i primi e questo deve essere chiaro: adesso si gioca il secondo tempo”.

Una guerra all’ultimo voto, nella speranza che a vincere non sia come è successo ieri l’astensionismo. Facilitato soprattutto dal periodo vacanziero, incitando il voto affinché non ci sia un ritorno al passato. “Monza è una città che guarda al futuro e non vuole tornare al passato – ha continuato – Quando sono stato eletto cinque anni fa era una città chiusa in se stessa”.

Roberto Scanagatti ha fatto anche un’attenta analisi del voto di ieri, malgrado l’astensione  e le molte schede contestate. Confermando, come il suo avversario, che la data scelta per le elezioni è stata infelice. “E lo sarà a maggior ragione anche quella del 25 giugno – ha aggiunto – Inoltre è la prima volta che si vota soltanto la domenica. Nel 2012 c’era stato un picco di affluenza del 14 per cento nella giornata del lunedì (anche se nel 2012 le elezioni si erano svolte a maggio, con scuole e attività lavorativa ancora a pieno ritmo, ndr). Ritengo sbagliato accorpare il voto in un unico giorno. Il vero fattore di condizionamento sarà l’astensionismo”.

Soddisfatto comunque del risultato. “Abbiamo acquisito i consensi che dovevamo acquisire – ha spiegato – Il centrodestra nei giorni precedenti ha fatto circolare sondaggi ad arte che sottostimavano il loro consenso: una strategia per convincere gli elettori che sarebbe stato inutile partecipare. La nostra coalizione (formata da Pd e dalle liste civiche LabMonza e “Monza X Scanagatti sindaco”) è forte e il Partito democratico resta al 29 per cento il primo partito cittadino”.

Una stoccata e seria preoccupazione per la coalizione che sostiene la candidatura di Dario Allevi. “La destra più dura ha il sopravvento nella coalizione – ha continuato – Con Lega Nord al primo posto, Fratelli d’Italia e la lista civica a sostegno del candidato sindaco formata da un nutrito gruppo di esponenti della destra vera. La parte moderata (Forza Italia, ndr) è limitata”.

Molto soddisfatto dei risultati anche Alberto Pilotto, segretario cittadino del Pd che ci mostra il confronto con i numeri della passata tornata elettorale: ieri 19.379 i consensi per Scanagatti, nel 2012 18.299 con un aumento di circa mille preferenze.

Schizza a 2 mila voti in più anche il Pd: nel 2012 aveva raccolto 11.754 voti, ieri 13.728 con un incremento del 5 per cento.

Barbara Apicella


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