Pizzi e l'assenza in udienza: "Fango e falsità su di me"

LAZZATE - Sconcerto e incredulità da parte del sindaco Loredana Pizzi dopo aver appreso dalla stampa che avrebbe disertato le due udienze a cui era stata convocata come teste nell'ambito del processo a Umberto e Renzo Bossi, nonché all'ex tesoriere della Lega Nord

Loredana Pizzi, sindaco di Lazzate, non trova altri termini per definire la vicenda che l'ha vista finire in questi giorni sulle pagine dei giornali, per la sua assenza al processo contro Umberto e Renzo Bossi, nonché contro l'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito.

"Fango e falsità su di me - afferma il primo cittadino - una vergognosa vicenda in cui vengo falsamente descritta come un teste 'recaltitrante' da parte dell'avvocato difensore di Belsito'.

Il primo cittadino evidenzia che le circostanze non hanno nulla a che vedere con l’attività istituzionale di sindaco e che è chiamata solo in qualità di testimone, in virtù della sua precedente attività lavorativa (terminata nel maggio 2013) svolta negli uffici amministrativi della Lega Nord.

"Oltretutto - afferma Pizzi - , i fatti riportati dagli organi d’informazione sono palesemente falsi, presumibilmente a causa di un grossolano errore della medesima fonte a cui hanno attinto le varie testate. Viene infatti riportato che non mi sarei presentata, in qualità di testimone, all’udienza del 14 dicembre e senza inviare regolare giustificazione. Non corrisponde a verità. Com’è facilmente riscontrabile (è tutto pubblicato sul sito di Radio Radicale), il giorno 14 dicembre 2016 non vi è stata nessuna udienza del processo Belsito. Si è svolta invece il 19 dicembre 2016, in cui lo stesso avvocato difensore Ramin mi ha convocata con un brevissimo preavviso, recapitato il giorno 16 dicembre. Impossibilitata per impegni istituzionali, ho regolarmente giustificato la mia assenza attraverso una comunicazione PEC (Posta Elettronica Certificata). Tale giustificazione, peraltro, è stata comunicata ad inizio udienza dallo stesso Giudice Maria Luisa Balzarotti".

Da dicembre ad oggi, fa sapere il primo cittadino, contrariamente a quanto asserito dall’avvocato Ramin, non c’è stato nessun tentativo di mettersi in contatto con lei, che nella sua qualità di sindaco di Lazzate è facilmente rintracciabile. Sarebbe stato sufficiente chiamare il centralino del Comune, come fanno tanti normali cittadini ogni giorno. L’avvocato Ramin non lo ha mai fatto.

"In merito all’assenza all’udienza di lunedì 27 febbraio - afferma Pizzi - che ha generato l’ingiustificata campagna volta ad infangare la figura del sindaco, la questione è davvero singolare. Il giorno venerdì 24 febbraio viene recapitato un avviso di raccomandata, ma non alla mia residenza, bensì presso il palazzo comunale e non nelle mie mani. Ho potuto visionare il semplice avviso di giacenza di una raccomandata solo lunedì 27 febbraio, contestualmente alla lettura delle notizie stampa che mi definivano come 'recalcitrante'. Il giorno dopo, 28 febbraio, mi sono recata presso l’ufficio postale a ritirare la raccomandata, dove ho scoperto di essere stata convocata per il giorno precedente".

Sconcertata la reazione del sindaco: "Sono sdegnata dal trattamento ricevuto e mi domando quale scopo si prefigga questo attacco sconsiderato e vergognoso dell’avvocato Ramin nei miei confronti, volto a infangare gratuitamente e con notizie false la mia persona, unitamente alla mia figura da sindaco".

La condotta professionale del sindaco, insomma, è sempre stata ineccepibile, come del resto quella politica, e mai ha pensato di sottrarsi ai suoi doveri di testimone: "Se l’obiettivo dell’avvocato è quello di intimorirmi o di creare inutili tensioni - commenta Pizzi - non ci riuscirà. Non ho nulla da nascondere e sono pronta a portare il mio contributo affinché venga accertata la verità, di cui nessuna persona onesta dentro e fuori la Lega ha paura".

In merito alla presunta multa e al conseguente accompagnamento coattivo, di cui il sindaco ne ha notizia solo dagli articoli di giornale, sarà depositata oggi una richiesta di revoca, data l’insussistenza di presupposti. "Sarei ben felice che il mio Comandante potesse accompagnarmi - scherza il sindaco - lo prendo come un augurio per una sua pronta guarigione, essendo in questi giorni assente per malattia".


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