Reazioni in Regione dopo il terremoto sanità, Maroni: "Sono molto incazzato"

MONZA - Le indagini condotte dalla Procura delle Repubblica di Monza e la firma del Giudice per le indagini preliminari che hanno portato alla misura restrittiva per 21 persone al termine dell'operazione "Smile", non hanno mancato di produrre reazioni in Regione soprattutto con l'arresto del consigliere Fabio Rizzi (Lega Nord), artefice della riforma sanitaria.

“Sono molto “incazzato” per quello che è successo, perché, fermo restando la presunzione di innocenza, il lavoro che da anni stiamo facendo per garantire trasparenza, efficienza e una spesa più bassa viene infangato da azioni come queste”. Così il Presidente della Regione, Roberto Maroni, è intervenuto ieri pomeriggio in Aula in merito agli esiti dell’operazione “Smile".

“Una azione che fa male e disturba – ha detto Maroni – ma quello che stiamo facendo va nella direzione giusta. Dobbiamo intensificare i controlli e garantirò con maggiore forza il rispetto delle regole, che è quello che prevede la nostra riforma: non a caso abbiamo previsto l’istituzione della nuova Agenzia di controllo, che abbiamo voluto tutti insieme. Noi possiamo intervenire sulle regole e sulle procedure – ha ribadito il Presidente Maroni -  ma, se qualcuno commette reati e abusi e disattende la legge morale, il nostro compito allora diventa difficile. Noi, comunque, interverremo con maggiore determinazione consapevoli che dobbiamo accelerare l’attuazione della riforma”.

Maroni ha comunicato l’istituzione di una Commissione ispettiva e ha sottolineato come “la Regione è parte offesa in questa vicenda. Ci costituiremo immediatamente in giudizio, la responsabilità è dei singoli”.

Al termine dell’intervento di Maroni, il Presidente Raffaele Cattaneo ieri ha aperto il dibattito secondo quanto stabilito nel primo pomeriggio in Conferenza dei Capigruppo.

Enrico Brambilla (PD) 
“Prendiamo atto del forte imbarazzo che traspare dalle parole del Presidente Maroni e prendiamo atto della sua volontà di andare fino in fondo nell'accertare le responsabilità legate a questa vicenda, ma non dimentichiamoci che ad essere stata arrestata è la persona a cui il Presidente Maroni aveva affidato la più importante riforma di questa legislatura e quindi una delle persone che sicuramente più godevano della sua fiducia. Il risultato finale è che oggi Regione Lombardia è politicamente ancora più debole: Maroni ha detto pochi giorni fa che avrebbe querelato chiunque avesse ancora associato la sanità lombarda alla parola tangente. Oggi purtroppo a fare questa associazione è stata la magistratura”.

Massimiliano Romeo (Lega Nord)
“Gli arresti di oggi non siano utilizzati per gettare fango sulla sanità lombarda, che resta senza dubbio la migliore d’Italia. La nostra riforma sanitaria, che ha ottenuto anche l’apprezzamento del Governo, prevede un forte inasprimento dei controlli a garanzia della trasparenza e delle procedure, e quindi tutela innanzitutto i cittadini”.

Umberto Ambrosoli (Patto Civico)
“Se il Presidente Maroni dice testualmente di essere “incazzato”, si figuri come siamo arrabbiati noi che da tre anni veniamo irrisi continuamente quando denunciamo in questa Aula che queste situazioni non sono più giustificate e giustificabili. Lei -ha detto Ambrosoli rivolgendosi direttamente al Presidente Maroni- era ed è molto vicino a Fabio Rizzi, troppo facile scaricarlo oggi in questa Aula. I primi controlli spettano sempre alle persone più vicine, lei non ha controllato Fabio Rizzi. Il segno evidente della sua inadeguatezza, Presidente Maroni, è che lei non sa usare la ramazza a cui fa ogni volta appello solo a parole".

Claudio Pedrazzini (Forza Italia)
“Sono rimasto stupito dell'arresto di Fabio Rizzi, e mi auguro possa dimostrare la sua correttezza, anche se da quanto si apprende, purtroppo, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte non sono estranee al suo incarico in Regione. Per quanto riguarda gli episodi che coinvolgono singole aziende sanitarie, ho già richiesto al Presidente Maroni, che è anche Assessore alla Salute, di effettuare i necessari approfondimenti. Resto comunque fermamente contrario alla custodia cautelare, cui è inutile ricorrere sia quando si hanno in mano prove certe e che meri indizi".

Stefano Buffagni (M5Stelle)
“Oggi siamo qui a parlare del fango che ha colpito ancora una volta Regione Lombardia. Se c’è qualcosa di buono nella riforma sanitaria regionale varata è l’agenzia dei controlli che noi abbiamo proposto, ma guarda caso siamo stati lasciati fuori dalla sua gestione. La parte offesa dopo gli arresti di oggi non è Regione Lombardia è il cittadino lombardo. A questo punto è doveroso da parte nostra presentare una mozione di sfiducia al Presidente Maroni, al quale chiediamo di andare a casa per dare un minimo di dignità a questa Regione restituendo la possibilità del voto ai cittadini”.

Angelo Capelli (NCD)
“Occorre distinguere le responsabilità personali dal lavoro svolto sulla riforma sociosanitaria, che ha coinvolto direttamente i gruppi di minoranza nel confronto e nel processo di elaborazione finale del provvedimento. L'Agenzia di Controllo è uno dei tanti esempi che valgono come dimostrazione evidente. Oggi serve quindi il coraggio e l'onesta' di proseguire il lavoro iniziato e attuare la riforma senza cadere in facili e inutili strumentalizzazioni di parte”.

Stefano Bruno Galli (Lista Maroni) 
“Oggi siamo delusi e amareggiati. Se c’è qualcuno che ha sbagliato pagherà ma la colpa non sta nella riforma, il sistema ha tutte le carte in regola per reagire. Su quello che è capitato oggi comunque è necessaria una riflessione. Bisogna dire che non è con l’inasprimento normativo che si risolvono i problemi di corruzione perché  la soluzione sta nell’affrontarli in modo culturale: la radice del male sta tutta lì. Il Presidente Maroni e la sua Giunta in tutto questo non c’erano nulla e noi continueremo a dare loro il nostro sostegno fino in fondo”.

Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) 
“Noi confermiamo la fiducia a Maroni perché  quello che è capitato oggi con gli arresti è un problema giudiziario e non politico e dunque va affrontato in modo giudiziario. La riforma sanitaria poi non c’entra nulla: la riforma, inclusa la grande novità dell’Agenzia di controllo, non è ancora partita, dunque non può essere messa sul banco degli accusati. Oggi lo si fa solo strumentalmente, ma non va dimenticato che quella riforma è stata fatta qui da tutti noi, opposizioni incluse”.