Giacomo Leopardi tradotto in brianzolo: l'ultima fatica letteraria di Renato Ornaghi

MONZA - I capolavori di Giacomo Leopardi tradotti in "lengua mader", ovvero in dialetto brianzolo. E' la fatica in cui si è cimentato Renato Ornaghi che domani alle 17, nella libreria "Il Libraccio" di via Vittorio Emanuele, presenterà il libro pubblicato dalla casa editrice Opificio Monzese delle Pietre dure.

Chissà cosa direbbero i nostri nonni sentendoci recitare le poesie di uno dei maestri della letteratura italiana in dialetto? O meglio in quella che i puristi del dialetto  chiamano “lengua mader”. Chissà se la prof di italiano si rizzerebbe i capelli a sentirci recitare in brianzolo i versi del grande Giacomo Leopardi interprentando nella “lengua mader” le indimenticabili (anche perché le abbiamo studiate a memoria) poesie come “L’infinii”, “El passer deperlù”, “La quiett dopo la tempesta”,  “I mè record”.

Il grande poeta di Recanati tradotto in brianzolo non è un sogno ma una realtà. Domani, sabato 28 novembre alle 17, alla libreria "Il Libraccio" di via Vittorio Emanuele Renato Ornaghi presenterà la sua ultima fatica letteraria “Leopardi in Brianza – I canti di Giacomo Leopardi tradotti in “lengua mader” da Renato Ornaghi”. Ornaghi, che già in passato si era cimentato nella traduzione in dialetto delle canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones adesso è tornato in patria, intraprendendo questa nuova avventura letteraria. 

Traducendo e raccogliendo in un libro di 84 pagine quindici tra i più celebri canti leopardiani. Dando vita a quell’eterna contesa tra lingua ufficiale e “lengua mader”  per scoprire se quest’ultima riesce a sostenere la“forza d’urto” di versi celeberrimi, scritti dal più grande poeta lirico italiano. 
Una sfida perfettamente riuscita quella del traduttore brianzolo che consegna nuovamente al suo pubblico un’opera originale che evidenzia la bellezza e la nobiltà del nostro dialetto. Leopardi in Brianza è peraltro anche un a scoprire come noi tutti (ancora e nonostante tutto ben equipaggiati dei registri linguistici locale e ufficiale) abbiamo la fortuna di beneficiare di un peculiare bilinguismo nativo, da vivere non come limite o - peggio - uno sgradevole residuo culturale da estirpare, ma piuttosto come grandissima ricchezza e opportunità, che ci offre vastissime potenzialità anche di ordine pratico.

Nel libro affianco ai canti tradotti ci sono alcune celebri vedute a colori della Brianza del primo Ottocento, dipinte dai coniugi milanesi Federico e Carolina Lose e realizzate agli inizi del XIX secolo. Vedute  contemporanee del Leopardi dei Grandi Idilli, come per dire che se fosse vissuto in Brianza, il poeta avrebbe ammirato proprio quei magnifici panorami. Una modo in più per proporre e raffigurare ai lettori il personaggio - tutto sulla carta, ma non per questo meno intrigante - di un Giacomo Leopardi scrittore-poeta-filosofo nato nel Brianzashire.

Il testo è stato pubblicato dalla casa editrice Opificio Monzese delle Pietre dure.